18 settembre 2008

Egregio Signor Pizzolato Orlando


Egregio Signor Pizzolato Orlando

Con la presente sono a reclamare il risarcimento dei danni che Lei ha contribuito causare a me, ai miei familiari, e ad altre persone.

Mi scuso se la spiegazione sarà lunga, ma desidero essere chiaro nel porgerLe questa richiesta.
Per alcuni anni (non moltissimo tempo fa, reato non prescrivibile) sono venuto a Mestre ad incoraggiare alcuni miei colleghi di lavoro che si dilettavano nel partecipare alla Venice Marathon. Attendendoli lungo le strade, anche in giornate con freddo, pioggia, vento o nebbia, molto prima di loro vedevo passare davanti a me la sua figura vincente, solitaria, agile e senza apparente fatica (eppure eravamo attorno al 25°/30°km).
Anche questa visione di semplicità, alleggerendo le mie difese immunitarie, ha contribuito a far entrare in me il “virus della corsa”, che sta continuando a farmi spendere tempo, denaro e fatica nella ricerca trisettimanale e domenicale di una improbabile cura, e credo che oramai si sia cronicizzato.

Inoltre ne sono rimasti coinvolti anche i miei familiari, in quanto prima alla domenica mi portavo dietro i figli e lasciavo la casa libera a mia moglie per le faccende domestiche, ora invece li costringo un po’ tutti a sopportarmi prima, durante, e dopo le gare.

Virus con il quale lei continua a contagiare anche tanta altra gente, grazie ai suoi articoli sui giornali, in internet, ed alla sua ostinazione nell’organizzare stage ed allenamenti.

Esigo il risarcimento di questi danni chiedendo un castigo esemplare:
ritornare a correre una maratona, magari proprio quella di Venezia del 2009 (per cui avrà tutto il tempo necessario per prepararsi).
Leggo che sta già prendendo corpo dentro di lei questa idea, ma per il momento la accantona a causa di “mancanza di motivazioni e stimoli”.

Se non accetterà di pagare questo fio (come recentemente ha fatto anche anche il suo ex collega Gelindo Bordin) vedrò di incentivarla intentandole una causa davanti ad una giuria popolare, chiamata a deliberare attraverso Internet, e le faccio presente che da questa potrebbero uscirne ulteriori sanzioni tipo:
- obbligarla ad allenarmi e poi accompagnarmi personalmente in gara;
- portarsi un microfono, tenuto sempre sulla bocca con un archetto, per far sentire in diretta al buon Bragagna quale deve essere il fiatone corretto di un tapascione;
- portarsi allacciata in testa una telecamerina sia per spiegare come deve essere il “passo basso e fluido” (per cui senza tremolii), sia per inquadrare (finalmente) le facce stravolte del mondo amatoriale che è la vera anima portante (ed economica) di queste gare.

Egregio Signor Pizzolato Orlando,
Non credo che troverà avvocati che la tutelino, dovrà o decidersi o difendersi da solo.
Cordiali saluti.
Ciaooo. 
Giovanni Boscolo

P.S.Non sto scherzando eh! Tanto per cominciare pubblicherò questa lettera sul mio blog http://giovanni56.blogspot.com e la invierò a varie testate podistiche in internet.