25 settembre 2008

Manca un mese al 26 Ottobre, Venice Marathon


Reperire 42195mt di strade tutti interessanti all’interno di una città è impossibile.
Forse la metropoli di New York ci riesce, forse, figuriamoci le città italiane.
Mi scuso con quelle che non menzionerò ma non finirei più.
Raccontano che una delle maratone più noiose sia Milano, Roma è un alto e un basso continui, e come fare a Venezia che di strade non ne ha nemmeno una?
A Venezia si sono inventati la partenza da Stra e la prima ventina di km trascorre lungo le anse del naviglio Brenta, fra placidi salici, ville antiche e paesi colmi di spettatori e manifestazioni collaterali.
Il consiglio che ho sempre dato a tutti è: “guardatevi spesso davanti e dietro, nelle curve vi allieterà la vista di una marea saltellante".
Poi arriva un tratto deprimente e la mezza te la ritrovi proprio a fianco delle ciminiere della Montedison (o come cavolo si chiama adesso), tanto che non capisci se quella che a volte respiri, e che non ti permette di vedere oltre 10mt, è nebbia oppure è il fumo che producono. Però Marghera è parte integrante della storia di Venezia, le sue fabbriche hanno fatto vivere (e morire) i suoi abitanti. Volenti o nolenti Marghera la respiri, ti entra nel sangue, ti circola nelle vene.
Dai, dura poco, poi arriva Mestre dormiente, nemmeno il rimbombo degli elicotteri RAI e la musica delle orchestrine riesce a svegliarla del tutto. San Giuliano forse tra 100 anni diventerà un parco, adesso podisti e spettatori occupano un deserto animato dai teloni dell’Expo.
Ecco il Ponte della Libertà, i 5km più molesti che esistano. La meta ce l’hai là davanti, dritta, ma non arriva mai, però quando lo hai percorso tutto dici dentro di te:”già qua? ...E’ finitaaa!”. A volte nebbia o foschia te la nascondono, ma tu sai che Lei è là, anche se le visioni dei Santi e Madonne del 35°km ti suggeriscono malignamente: “E se è affondata?”.
Ad un tratto magicamente spariscono le auto, percepisci un rumore di fondo diverso, uno sciacquio continuo ti dice: “Ci-sei-ci-sei”.
I primi ponti nemmeno ti accorgi di farli, ogni tanto hai un pensiero:"mi taglieranno le gambe?" ma ti distrai, il paesaggio si fa imponente, e la bocca dello stomaco si annoda al profumo delle fritturine di pesce.
Quando arrivi al ponte sul Canal Grande non può mancarti il brivido lungo la schiena, e lo si vede nella foto che immancabilmente ti fanno.
La folla è enorme, passi di fianco a Piazza San Marco e spesso trovi anche l’acqua alta che ti inumidisce le scarpe.
I ponti dell’ultimo km li fai volando trasportato da due ali di tifo.
Del traguardo te ne accorgi solo per un istante, poi diventa un surplus mentre stai cercando le facce dei tuoi cari che ti attendono, ed il nodo in gola che progressivamente si era ingrossato lentamente inizia a sciogliersi.
Venezia non ha strade, per questo motivo ha gli ultimi 2km di maratona più belli del mondo.

E gli altri 40? Potrei raccontarveli uno per uno, indimenticabili.
E i 195mt? Li leghi al bacio finale che invii a chi ti ha accompagnato dal cielo.