02 gennaio 2009

La pubalgia secondo Albanesi


Questa volta mi ritrovo a contestare alcune cose scritte nel sito Albanesi.

Il tema è : La Pubalgia.


E' una patologia che ho molto sofferto da giovane, quando giocavo a calcio, ed a causa di questa ho dovuto interrompere la mia carriera.


Da quando pratico podismo mi è riapparsa all'improvviso lo scorso anno, dopo il termine di una gara, ed in seguito è ritornata a “pungermi” alcune volte, risparendo.

Adesso pratico alcuni semplici e mirati esercizi di stretching (in foto a destra) e riesco a tenerla lontana.
Leggendo le traversie del “blogtrotter” Dani Uboldi, e cercando consigli per il mio caso, ho inserito la parola nei motori di ricerca in rete.
Sono così capitato nel sito di Albanesi dove ho trovato le frasi che riporto (oltre ad un resto molto di senso comune) alle quali aggiungo in corsivo i miei commenti.


Per chi pratica la corsa, secondo la teoria, la pubalgia viene spesso provocata dal sovraccarico nei punti di inserzione degli adduttori, dovuto a:
a) attività su fondo irregolare
(invece la gara che avevo disputato era tutta su asfalto cittadino, come quasi tutti i miei allenamenti e le altre gare di quel periodo)
b) scarpe inadeguate (non ho scampo, devo usare A3, sono svariati anni che uso sempre lo stesso modello e continuo ad usarlo anche adesso che spero mi sia passata)
c) scarso equilibrio fra la muscolatura degli arti inferiori e quella addominale (condizione possibile in chi corre) (pratico abitualmente esercizi di rinforzo sia addominali sia più generali)
d) infortuni precedenti non ben recuperati (Infortuni in generale o specifici? Infortuni in generale per fortuna non ne ho mai subìti. L'infortunio specifico precedente lo avevo avuto 35 anni fa, daccordo che quella volta non lo avevo ben recuperato, però credo che dopo tutto questo tempo...)
e) incremento quantitativo (o qualitativo) troppo rapido dei carichi d'allenamento (non stavo preparando niente di particolare)

In pratica la nostra statistica rileva che la pubalgia è un infortunio piuttosto raro al di fuori dei seguenti casi:
a) abbinamento corsa-calcio (soprattutto calcetto; incidenza: 45% dei casi di pubalgia)
(il calcio lo praticavo appunto 35 anni fa, saranno 15 anni che non tiro nemmeno 1 calcio ad un pallone. Quando la squadra locale si allena al campo ed il pallone finisce lungo il tragitto che sto percorrendo ... lo restituisco con le mani)
b) sovrappeso in relazione alla distanza abitualmente percorsa (il runner non rispetta la distanza massima consigliata dal suo rapporto peso/altezza; incidenza: 30% dei casi di pubalgia) (mi è ritornata all'improvviso dopo una gara di 7km, pur avendo un Indice di Massa Corporea attorno a 22, quindi corretto per tutte le distanze)
c) allenamenti collinari frequenti con ritmi eccessivi in discesa (incidenza: 15% dei casi di pubalgia) (abito nella terraferma Veneziana, magari potessi fare allenamenti collinari)

Cosa dire?
1) Sono io "piuttosto raro"?
Booh.
2) E' stato un caso isolato? No, in seguito mi è ritornata brevemente alcune volte.
3) Non era pubalgia? Ed allora io non mi chiamo Giovanni ... la conosco troppo bene.

4) E' Albanesi che non ne ha indovinata una ne di teorica ne di pratica?
Siccome non è la prima volta che mi ritrovo con sue inesattezze, credo sia valida l'ultima.

Dicono che Albanesi si indirizza solo ad atleti TOP, però non ho ancora avuto il nome di un TOP allenato da lui.