18 luglio 2009

Occhi


La natura ha dotato la razza umana di due occhi, ed una leggenda metropolitana dice che i Veneziani (chissà in quante città gira la stessa storiella riadattata) riescono ad usarli separatamente.
Con un'occhio guardano a terra, per evitare quello che viene lasciato in deposito sulle calli dalla maleducazione di certi proprietari di cani, con l'altro guardano in alto per inquadrare dove sono appollaiati i colombi, in modo da girare larghi evitando di passarci sotto e così non ritrovarsi sulla testa o sui vestiti le loro esigenze biologiche, che poi sono le stesse dei cani.

Io non sono un Veneziano "di città" ma uno "di terraferma" e questo modo di circolare, prestando attenzione al "sotto" ed al "sopra", ho cercato di assimilarlo riuscendoci abbastanza bene.
Mi ritorna utile nella corsa, specialmente nei fuoristrada e nei boschi, quando cerco di stare attento sia a dove metto piedi, sia alla direzione che intraprendo, sia anche a cosa potrebbe incocciare la testa.
Porto gli occhiali, e questo mi limita un po' il campo della visuale, inoltre quando corro indosso SEMPRE un berretto con frontino altrimenti il sudore, scendendo dalla fronte, trova sempre la strada per infuocare gli occhi, e questo rende difficoltosa la visuale verso l'alto a meno che non tiri su la testa; però, per completare 'sto catorcio di uomo, ultimamente l'articolazione del collo si sta irrigidendo, e quest'ultima cosa merita un discorso tutto suo che affronterò dettagliatamente una delle prossime volte.

Questo "allenamento Veneziano" spero mi permetterà contemporaneamente sia di godermi i paesaggi attorno alle Tre Cime di Lavaredo, sia di correre su quei sentieri.
Sempre tenendo presente che la velocità della corsa è molto superiore a quella del passeggio cittadino, anche il doppio, e l'imprevisto può capitare improvviso ed inevitabile.

Oggi, sabato, ultimo lungo di 35km, giornata stupenda per allenarsi, con cielo coperto e leggera pioggerellina per una quindicina di minuti; alcuni giri fatti al parco Laghetti di Martellago e crono finale ... lasciamo perdere, stanchissimo.

Adesso iniziano i 15 giorni più brutti, quelli in cui i pensieri ricorrenti sono tutti negativi, quelli in cui ..."sarebbe un peccato buttare via mesi e mesi di allenamenti" (1250km nei primi 6 mesi dell'anno)..., quelli in cui si sta attenti a tutto ed un piccolo dolorino diventa ... "chissà mai cosa sarà"..., quelli in cui è la stanchezza a farla da padrona e le gambe non girano come si vorrebbe, insomma quelli del nervosismo massimo che si scaricherà solo al momento dello start.