11 ottobre 2009

Ragnatele, Musano e ... Carpi

Prima della gara di oggi un'altro lettore di questo blog, un'altra persona, mi ha riconosciuto e salutato; non ha voluto dirmi il suo nome, ci siamo reincrociati poco dopo, giusto il tempo dello scambio di due parole di numero, e ... chissà se ci reincontreremo ancora. Ma intanto è scattata dentro di me una molla, forse non sarò il primo che dice queste cose, forse le avranno espresse anche meglio e più dettagliatamente di me, ma vi garantisco che è tutta farina accumulata nel mio sacco nei minuti di attesa dello sparo di partenza.

Durante la nostra vita ci lasciamo dietro un lungo filo.
Se qualche volta ci fermiamo, ci voltiamo, e siamo fortunati ad avere degli occhi che in quel momento vedono "oltre",  ci accorgiamo che questo filo si incrocia con moltissimi altri, una vera e propria ragnatela formata da tutte le persone che abbiamo incontrato lungo il nostro percorso di esistenza.
Persone alle quali noi abbiamo lasciato qualcosa, ed a loro volta hanno trasferito qualcosa dentro di noi.
Incontrate per pochi istanti (come ad esempio quelle che ci circondano alla partenza di una corsa); che ci hanno affiancato per qualche ora (come i personaggi che vedete nella foto, il capitano ed il cuoco che ci hanno fatto trascorrere una splendida gita estiva); o che sono entrate in noi eternamente, come i legami affettivi più stretti che abbiamo, e questi ultimi sono i fili che mantengono ben fissata tutta la nostra essenza.
Più la trama è fitta, più i nodi sono robusti, più il filo è appicccicaticcio, ed allora più la tela è solida, resistente per noi e per gli altri, al contrario più è larga, rotta, disastrata, molliccia, più fatica a sostenersi.
In molti punti la tela è spezzata, fantumata, quelli sono i momenti in cui ci è mancato qualcuno, in tutti i sensi.
Molti sono i fili paralleli, che non si incrociano mai, ma che vengono a loro volta incrociati da altri che poi li portano a noi.

Il nostro sport (come pochi altri), ed anche questi blog, ci permettono molti incroci con singole persone delle quali prima non conoscevamo nemmeno la presenza. Qualche intersezione ci dona di più, qualcuna di meno, comunque tutte formano la ragnatela della nostra complessa vita.
Grazie anonimo lettore.

Oggi ho anche corso una gara.
E' impossibile gareggiare al massimo praticamente ogni domenica, ed oggi ne ho risentito.
Sapendo che il tracciato era piatto piatto, senza particolari stimoli, sono partito veloce con il pensiero rivolto solo al punteggio del circuito, ma alla solita crisetta 5° km sia il fisico non ha saputo reagire, sia la testa è andata a domenica prossima che mi vedrà impegnato nel circuito Dino Ferrari di Imola. No, non mi sono dato a qualche corsa motoristica, sempre le mie gambe si muoveranno.
A conclusione degli 11km (con media comunque a 4'33 a significato di una partenza troppo veloce) la tradizionale pasta e fagioli, che sarebbe stata ottima se a condire il tutto l'autunno avesse portato il freddo.

Vi lagnavate che non scrivevo nulla? Tieh!
Concludo questo lunghissimo post con una cattiveria non filosofica.

Sono ritornato a casa ed alla TV stavano mostrando gli ultimi km della maratona di Carpi.
Sempre più spesso i maratoneti ad alto livello con i fatti stravolgono tutte le parole.
I nostri telecronisti, che pure dovrebbero essere competenti come Pizzolato, non riescono a mettersi in testa che ad una maratona un conto è partecipare, cosa totalmente diversa è VINCERE.
Un commentatore non può, NON PUO' criticare uno che sta vincendo una gara con un buon distacco.
E' l'atleta che conosce perferttamente la sua condizione in quel preciso momento e, valutando progressivamente gli avversari che lo circondano, decide quale tattica intraprendere.
Parlano di esperienza e saggezza tattica, ma poi la Maratona Olimpica viene vinta da un dicottenne; parlano di stile "piatto" che vada a consumare poche energie, mentre qua a Carpi vince uno che ha uno stile perfetto per un 5mila ed anche meno; parlano di mantenimento dello stesso ritmo, ma poi chi vince alterna km sotto i 3' e km anche a 3'e 20'. Insomma parlano, parlano, non accorgendosi che vengono smentiti in continuazione.
Pizzolato, devi capire che non ha senso dire: "prima poteva andar più piano di 3-4 secondi al km perché poi li avrebbe recuperati e non avrebbe terminato in affanno" ... Azzzzz ... E' LUI CHE STA VINCENDO!!! Mentre tu pedali, in affanno.