24 marzo 2010

Quando ... ecco ... le mie 5 Terre

Quando sono soddisfatto, ecco il correre che prediligo.
Quando la stanchezza non sovrasta la lucidità, ecco che il chilometraggio scelto è quello giusto.
Quando lasciando l'asfalto i piedi non tonfano più, ma calpestano un sottobosco formato da aghi di pino e ricci di castagne, ecco che il fruscio diventa quello di battiti d'ali.
Quando l'altezza supera quella di un solito cavalcavia, ecco che mi si aprono le porte del paradiso.
Quando corro sopra un crinale, ecco che mi sento Kilian Jornet nei suoi video.
Quando ai ristori mangio pane con le sarde senza poi patirle, ecco che rivoluziono le teorie alimentari podistiche.
Quando le gambe non sono distrutte dalla gran quantità di gradini, ecco che non mi pesa alternare corsa a passo.
Quando la discesa si fa scivolosa, ecco che non c'è nessun motivo per rischiare.
Quando i profumi mediterranei si sommano a paesaggi che le foto non rendono a sufficenza, ecco che la velatura al sole diventa un aiuto a non soffrire.
Quando i tempi diventano un surplus, tanto da non cogliere nemmeno un parziale, ecco che occhi e mente erano ben collegati e impegnati altrove.
Quando con i sensi raccolgo tutto quanto mi circonda, ecco che l'appagamento finale è garantito.
Quando impiego due giorni per farmi uscire un racconto striminzito ... ecco che nel weekend l'intimità ha avuto il sopravvento.

Domenica scorsa, 18 km dentro al Parco Nazionale delle 5 Terre, ecco una Marcia che non dimenticherò.