20 giugno 2010

Chi non muore si rivede ... (...in sogno)

Mai frase fatta fu così azzeccata come questo titolo.

Oggi a Crespignaga di Maser sono ritornato se non proprio alla gara almeno nel suo clima.

Clima? Lasciamo perdere.
E poi mi ammalo? Per forza!
Per un fisico (ma sopratutto per una mente) è difficile passare dai 28 gradi stabili ad una continua altalena di caldi / freschi / pioggie / ancora-più-freschi-quasi-freddi / ancora-più-pioggie.

Le solite facce, di chi mi fa sempre piacere incontrare (i compagni di squadra, Guido e pochi altri), le molte anonime, anche qualcuna un po' antipatica.

Questa volta un minimo di riscaldamento lo faccio, negli ultimi allenamenti ho notato che all'inizio ero particolarmente "legato", non credo che sciogliere le gambe mi rubi particolari energie anche se dentro ho solo un'oretta di autonomia, lenta.

Pronti? Via!

L'avevo rivista arrivando con l'auto, con piacere, nitidamente era lei, poi prima della partenza l'ho cercata con l'occhio ma lei si nascondeva, quasi vergognosa.
Prevedevo che avrei dovuto faticare, e molto, per raggiungerla.
Durante la corsa mi era sparita dalla vista, eppure sapevo che l'avrei ritrovata là, ero certo che mi aspettava.
Su, su!
Un po' d'asfalto, poi sentieri, sottobosco, i soliti camminatori che partono prima e me li ritrovo fra i piedi proprio nei punti più stretti.
Ecco la salitona, quella dura, ed infine gli alberi si spalancano, sono arrivato nel pianoro in cima al colle.
Si apre il panorama, di quelli da incantarsi, mi sembra di essere il guerriero dominatore della pianura.
Posizionano il ristoro proprio lì, appositamente nel punto più alto, al termine del tratto più duro, non mi è mai stato possibile fare a meno di un bicchiere d'acqua.
Quasi mi dimentico di lei, ho perso il conto di quante volte l'ho raggiunta e poi sfiorata, finora le avevo sempre roteato attorno, quasi un giro di valzer.
Le altre volte la classifica aveva il sopravvento ed andavo via subito, giù a tutta birra lungo la discesona, ma oggi no.
Eh no, questa volta il tempo finale non conta, stavolta quel minutino di sosta non è perso ma ben guadagnato.
Le guardo dentro, adesso conosco anche il suo nome.
La prima volta vedendola da molto lontano, dalla pianura, avevo scambiato la sua cupola per quella di un osservatorio ma invece no, è proprio una chiesetta:
"Ciao San Giorgio, chi non muore si rivede!"

Biiip, biiip, biiip ... la sveglia!
Sul tetto oltre alla pioggia cadono anche le catinelle.
Il mio istinto di sopravvivenza mi tiene legato al letto:
"San Giorgio? Il prossimo anno io farò il possibile per rivederci, per favore mettici anche un po' di tuo".