30 luglio 2010

Pensiero di montagna: chi ci guadagna?

Durante la corsa di domenica scorsa ho avuto anche il tempo di ... pensare.
Osservavo le vette del Col Visentin, del monte Faveghera, del Col Toront, imponenti dai loro1700 metri, cinte con 1700 diverse tonalità di colore verde, deturpate da una miriade di antenne radio, TV, cellulari, militari, ecc.ecc. impegnate ad emanare la loro invisibile nocività e ... ragionavo.
Annusavo i miasmi rilasciati dagli scarichi delle auto in coda ad attenderci mentre attraversavamo le loro strade, anche loro con i motori accaldati dalle salite e ... meditavo.
Abbassavo gli occhi sulle scarpe da corsa di chi mi circondava, alcune nuove fiammanti, alcune con i segni della vita, molte a fine carriera, desiderose di riposo ma ancora utili sui sentieri sassosi e ... valutavo.

Riunendo questi pensieri mi sono chiesto:
"Ma il progresso ci va veramente andare avanti?
Oppure da una parte ci porta dei benefici e da un'altra ci rilascia dei danni pari pari (se non maggiori) ai benefici?
Danni dei quali non ce ne rendiamo conto, magari rilasciati in altre nazioni, dall'altra parte del mondo, ma sempre danni che prima o poi. gira e rigira, ricadono anche su di noi? Chi è che veramente ci guadagna?"

Mi è avanzato del tempo anche per correre, e non sono andato pianissimo.