12 agosto 2010

Le cartine o il navigatore?

Qualcuno di voi ricorda quando entrarono in commercio le prime calcolatrici tascabili?
Quelli che allora erano i più giovani le accolsero con entusiasmo, mentre i più anziani, trovandosi anche in difficoltà nell'adoperarle, asserivano che per far di conto era meglio usare la mente e così la si manteneva allenata e sveglia. Logicamente le operazioni che riuscivano a fare con la mente erano le più semplici, però quelle sufficienti nella vita di tutti i giorni.
La classica diffidenza di un "anziano" nei riguardi di tutte le novità.
Adesso mi sto ponendo una domanda simile: Meglio le cartine stradali o il navigatore?
Con il mio lavoro ho sempre girato città e paesi, una delle prime cose che facevo quando arrivavo in un luogo nuovo era andare in municipio e farmi dare la mappa con le vie del comune; così adesso ho il mezzo aziendale strapieno di cartine che ridiventano utili quando ritorno in quei luoghi, e so leggerle con pratica.
Molti di voi diranno: Ma non ti converrebbe usare un navigatore, visto che adesso costano anche poco?
Il navigatore non mi piace molto, non mi fa usare il cervello (ahi!).
Per ora preferisco cercarmi la via sulla mappa, studiarmi l'itinerario più breve e percorrerlo a memoria, così osservo bene quanto mi circonda, ne cerco anche scorciatoie e vie alternative, incamero tutto quello che vedo e quei luoghi entrano a far parte della mia conoscenza, diventano miei.
E' un sintomo di libertà?
Forse molti hanno proprio bisogno di farsi imboccare su tutto, di seguire delle indicazioni senza ragionarci sopra, e poi si ritrovano condizionati anche in altre funzioni della vita.
Seguono ad occhi intorpiditi una voce proveniente da uno schermo che impone loro dove andare, cosa comperare o ... votare.
Diversamente il GPS mi piace averlo al polso, usarlo per il podismo, registrarmi i percorsi fatti per poi andarli a vedere su Maps e renderli anche pubblici (qua), oppure scaricarmi ed analizzare i tracciati realizzati da altri in prospettiva di nuove uscite.