05 ottobre 2010

Le esperienze, l'esperienza.

Sottotitolo: A volte sembrano sciocchezze, ed invece ... son dolori.

I colleghi di lavoro, quelli che mi avevano "istigato" a correre la prima maratona, mi avevano riempito di suggerimenti: "Non usare mai in gara cose nuove","Usa calzini appropriati", ecc.ecc.
Un po' di tempo prima della gara ero andato in un negozio specialistico ad acquistare "il paio" di calzini.
Il commesso principale era impegnato e mi ha seguito una ragazza, probabilmente l'ultima arrivata. In un espositore avevano calze per tutti gli sport, mi ha indirizzato su un paio, sulla confezione portavano la scritta "running" e (logicamente) costavano più degli altri (non sono quelli in foto eh!).
Mi arrivavano un po' ... altini, quasi a metà polpaccio, inoltre ignorantemente avevo dato ragione alla loro grossezza (simile a quella dei tubolari), scambiandola per robustezza.
Li ho usati un paio di volte, logicamente lavati, e messi da parte.
Probabilmente il lavaggio ha deteriorato subito la parte elastica, o forse ... chissà da quanti secoli erano in quell'espositore in attesa dell'allocco.
Al 25°km della gara, affrontando la discesa nel sottopassaggio della stazione di Mestre, ho sentito il destro abbandonare il polpaccio, scendere verso il piede, scivolare dentro alla scarpa; dopo pochi passi ho capito che si erano formate due vescicone, una sul tallone ed una sulla pianta del piede.
Uscito dal sottopassaggio mi sono seduto sul marciapiede per cercare di rimediare la situazione, ho impiegato un po' di tempo e mi sono raffeddato; rialzandomi ... crack ... un simil-colpo della strega alla schiena mi ha piegato in due.
Dovevo assolutamente continuare, Donatella mi attendeva al traguardo e non esistevano ancora i telefonini.
Ho camminato per un km, mi sono un po' riscaldato ed ho riconquistato la posizione eretta; nel frattempo mi sono anche reso conto di essere in pieno centro a Mestre e mi sono un po' vergognato della situazione, così ho ripreso a correre stringendo ... tutto quello che potevo stringere.
Al 30°km, proprio ai piedi del ponte di San Giuliano, c'era un'ambulanza con altri corridori in attesa, mi sono accodato anch'io.
Là ho scoperto i Compeed, mi hanno applicato quelle pellicine e sono riuscito ad arrivare al traguardo.

Le esperienze, perchè si approprino di una validità che rimarrà indelebile, bisogna provarle sulla propria pelle.
Quanto viene raccontato può servire, ma non entra a far parte della propria ... esperienza.

Così ho capito come sono fatti i VERI calzini da corsa, e poi non è vero che costano molto, il modello che uso adesso l'ho sperimentato da anni e lo trovo in offerta a 5€ x 2 paia; ed ho constatato che non è vero che spendendo di più mi durerebbero di più, anzi più sono "di marca" prima perdono l'elasticità e prima sbuca fuori il pollicione.