16 novembre 2011

Il presente: VENDESI - Il futuro: ?

Questo è uno dei post più importanti che vado a scrivere, il più "difficile".
A più di 50 anni io e mia moglie non sappiamo ancora cosa ci riserva il futuro.
"Ma nessuno lo sa" penserete tutti.
Non parlo dei "casi della vita", di quanto può accadere inaspettato, ma di quelle cose che invece ad un certo punto, per la stragrande maggioranza delle persone, diventano certezze.
A casa nostra la tranquillità non esiste, al posto di avere davanti una strada ben delineata, fatta di "famiglia", di pensione, di lenta vecchiaia, fatta di "radici", noi i guai ce li andiamo a cercare, quasi come dei ragazzini.
Vengo al sodo, stiamo cambiando casa, e mica per andare dietro l'angolo ma ...

E' difficile comprimere in un post dei concetti partoriti oltre un anno fa e nel frattempo cresciuti fino a strabordare, ci provo.
Io e Donatella, nati e cresciuti a due passi dal mare (da "un certo tipo" di mare), dopo un viaggio che ci ha Insegnato (con la i maiuscola) molte cose, ci siamo resi conto che il "nostro" mare oramai non esiste più, le sue acque sono sempre più pantanose, dai suoi cieli l'azzurro è sparito.
Inoltre ci siamo resi conto che lo stile di vita portato avanti per oltre cinquant'anni (ed inculcatoci) oramai è logoro, invecchiato senza ritorno, e noi assieme a lui.
Ed allora ... si cambia.
Ci sono due leggi fisiche: due poli opposti inevitabilmente si attraggono; due estremi inevitabilmente si avvicinano e proprio alle estremità, magari dall'altra parte del globo, arrivano a toccarsi, arrivano ad essere molto più simili di quanto non sembrerebbero essere all'origine.

Però la Polinesia è troppo lontana, qualcosa ci lega ancora a questa Italia, iniziando dagli affetti, dai figli, e terminando con la lingua, e per inserirne una o due di nuove (l'indigena ed il francese) oramai nel nostro cervello è rimasto ben poco spazio.
Ed allora dove ritrovare quegli azzurri, quell'ossigeno, se non salendo più in alto di questa cappa giallognola?
Dove ritrovare quelle acque se non alle sorgenti?
Dove cambiare, senza però stravolgerci completamente?
La prima foto del post è emblematica, è l'originale dell'immagine che uso da sempre come testata di questo blog, senza distorsioni dovute all'adattamento: Montagne.
Presagio?
Completeremo quest'arco di vita che ha avuto il suo inizio con un'estremo "a mollo" collocando l'altro estremo "a monte".
Liberi da obblighi di lavoro abbiamo iniziato la ricerca del nostro Eden, non nell'opposto geografico ma nell'opposto fisico, e mentale; qualcosa lo abbiamo già visitato, qualcosa ci ha entusiasmato.
Dalla finestra della camera da letto, aprendo il balcone al mattino, ecco un vero augurio di buongiorno :

nella foto precedente vedete delle reti, ecco il perché :

E' solo un esempio, forse (forse) non sarà proprio lì, ma sicuramente gli si avvicinerà di molto, di certo è solo a poco più di un'oretta da ora, quindi non all'altro capo del mondo.
Domande e risposte:
Paura dei lati negativi? Li abbiamo smontati uno ad uno, l'ignoto rimane comunque ignoto.
Paura di un cambiamento troppo grande? Dalla quotidianeità attuale cambierà ben poco.
Paura che con il tempo l'entusiasmo si trasformi in tran-tran? Mentre quello di adesso cos'è?
Il non avere paura ... della paura, può definirsi coraggio o incoscienza? E' di aiuto fondamentale l'essere in due a desiderare le stesse identiche cose.

I livelli dei mari si stanno alzando?
Visto che non voglio smettere di correre mi premunisco.
Abbiamo già messo ben in vista il cartello VENDESI.