23 luglio 2013

La mia TransCivetta, SOLO MIA!

Scrivo un poema? Cerco di risparmiarvelo ... cerco.
La TransCivetta si corre a coppie, nei punti di controllo il distacco fra i 2 deve essere al massimo di 30 secondi, pena la squalifica.
Quando al 3°km il mio compagno dice : "mi ritiro" ... mi crolla il mondo addosso.
Mesi di preparazione e adesso? Cosa fare?
Non essendo la classifica quello che mi interessava avrei potuto continuare da solo; il motivo del rimanere in coppia, nei primi anni quando erano in pochi a correrla, era per non lasciare nessuno da solo su quei sentieri che possono diventare pericolosi (il meteo cambia in pochi minuti), mentre adesso uno come me, che corre "a mezza via", si trova sempre attorniato da una folla ... però ... lasciare da solo il compagno che sta male? Non me lo sarei mai perdonato.
"Giuseppe, DAI, TIENI DURO!!" E avanti.
Corricchiavo avanti, mi fermavo per attenderlo e ... scattavo fotografie godendomi quanto avevo attorno.
Lui ogni tanto si fermava, provava conati di vomito, ma non riusciva a liberarsi del tutto, e così fino al traguardo.
Argomento un po' "scabroso": Cosa fare quando uno stomaco vuole rigurgitare ma non ci si riesce? Nemmeno con il dito in gola? Mangiare o non mangiare? Bere o non bere? Il corpo comunque continua a "consumare" e senza assumere niente con il passare del tempo i muscoli si svuotano, io mi sono aiutato con le barrette, con i panini ai ristori, come al solito ho bevuto solo acqua ... molta acqua, Giuseppe invece non riusciva ad ingerire niente e con il passare dei km, svuotato e disidratato, andare avanti gli diventava sempre più difficile.
"DAI, FORZA,TIENI DURO!!" ma facevo bene o facevo male ad incitarlo? Forse era meglio che si ritirasse? Ma là, in mezzo ai monti, non c'è "una scopa" che ti raccoglie e ti trasporta (l'elicottero lasciamolo ai casi veramente gravi) devi comunque arrangiarti con le tue gambe, ed allora ... tanto vale ... AVANTI!!!

Vista dalla mia parte, con molto cinismo, alla fine è andata meglio così, conoscendomi bene un po' di agonismo lo avrei inserito, mi sarei stancato di più, avrei rischiato (forse anche fisicamente nelle discese), ed al posto di guardarmi attorno avrei guardato molte più volte il cronometro.

I primi 7-8 km di salita sono interminabili, non pendenza durissima, tutta corribile ma incessante.
Primo ristoro criticabile, pochi sacchi o scatoloni per le immondizie per cui ... tutto a terra, alla faccia dello slogan "io non getto i miei rifiuti".
Apro una parentesi, probabilmente gli organizzatori prevedono tutto, anche un'attenta pulizia finale, però ... primo: sicuramente qualcosa sfugge e rimane donato alla montagna per secoli ... secondo: nel clima di allegria della corsa quei rifiuti a terra inseriscono un'enorme tristezza; ed allora, perché non "provare" un cambiamento? Magari fornire con il pacco gara un bicchiere agganciabile, o una borraccetta, numerati, da portarseli dietro per tutta la corsa, magari le prime volte solo per invogliare la gente ad usarli, ed in seguito, perché no, squalificando chi li lascia per strada?
Si perde troppo tempo nel riempirli ai tavoli? Comunque gli addetti devono riempire bicchieri, ed alla fine non sono quei 2 secondi di attesa a cambiare il crono finale, sono recuperabilissimi.

Dopo i primi 2 rifugi (Capanna Trieste, Vazzoler) si entra nei sentieri, in una prima parte ancora corribili; poi sempre più stretti, più ripidi e solo camminabili; anche nelle discese c'è da porre molta attenzione, sono molto invitanti ma con massi da inciampo garantito, specialmente con l'accumulo della stanchezza che rende le gambe pesanti e meno solide.

Squarci di paesaggi unici, da una parte la parete del monte, dall'altra la profondità della valle con laggiù Alleghe ed il suo lago; sul sentiero qualche residuo di neve, molto calpestata prima di noi, per cui dura e scivolosa, ma non pericolosa.
Lascio spazio ad un po' di foto, sotto continuo.



ALTA VIA n°1 ... se a questo sentiero hanno dato questo nome significa che ... non c'è niente di migliore:


L'arrivo al laghetto Coldai mette i brividi, fa parte di molte storie che porto dentro di me, che formano il mio "essere". A parer mio è uno dei luoghi più belli che esistano AL MONDO, e sono pronto a ribattere e battagliare se qualcuno mi contraddice.


I miei ristori.
Nel primo solo acqua; nel secondo ho provato a mettere in bocca un pezzetto di formaggio, praticamente insapore, l'ho sputato; ad 1h20' una barretta ed un po' dell'acqua che avevo in bottiglia nello zainetto, sorseggiata molte volte in seguito, e riempita agli altri ristori; al Tissi stavolta si, un piccolo panino col formaggio ed ancora acqua, ero tentato anche dal salame ... ungherese (affumicato) ... meglio lasciar perdere, ne bastava uno con i conati di vomito; più avanti un'altra barretta; al Coldai ... rimaneva SOLO discesa ... MASSSIII!!! pane, formaggio e salame e ... sinceramente ...  nemmeno un rutto, digerito tutto all'istante, forse il corpo ne sentiva il bisogno o forse la testa era immersa altrove? Probabilmente tutti e due. Questa è la Val Zoldana vista dal rifugio:

Nel primo tratto di discesa dal Coldai ecco i grupponi di vacanzieri in scampagnata, per fortuna ben educati e lasciavano spazio a chi correva, e per fortuna il sentiero non è unico e si possono scegliere traiettorie alternative che non lo allungano. Poi diventa carrareccia, quasi un'autostrada con addirittura l'erba ben tagliata ai lati, per cui ultimi km corsi sul soffice. Giuseppe con i crampi latenti, ed io a cercare di "straviarlo" ricordandogli gli ultimi km dell'unica maratona che ha corso (Venezia).
Molta, moltissima, gente che camminava in scampagnata, che incoraggiava ed applaudiva, non accade nemmeno in grandi maratone.
Da lontano musica e speaker, poi la spianata dell'arrivo: "Champs-Élysées???" meglio, molto meglio, la Marmolada sullo sfondo è molto più grande dell'Arc de Triomphe (foto scattata prima che si riempisse di gente, in fondo, piccolino, l'arco dell'arrivo):

Voci conosciute che ci salutano, Donatella ed altri amici ... l'arrivo non può che essere mano nella mano, con l'immancabile bacio lanciato al cielo, non il primo della giornata, molti i ricordi rivolti a chi non c'è più, anche a qualcuno con cui ho condiviso quei sentieri, molti, molti, anni fa.

Ho perso il conto delle fette d'anguria finali ... dopotutto è acqua con zuccheri.
Saluti a tutti, lavaggio, cambio d'abiti, e pasta party intimo con Donatella, poca voglia di chiacchiere, la testa ancora sulle meraviglie del percorso.
Dopo una splendida giornata (sole ma non caldo) durante la coda per ritirare la pasta, ecco che in un minuto il meteo cambia, arriva la pioggia, per 2 volte, accolta a torso nudo (per non bagnare la maglietta) ma senza patire freddo. Altra piccola osservazione agli organizzatori: visto che la pioggia da quelle parti non manca mai, perché non prevedere una copertura anche per la coda in attesa?

Se siete curiosi il tempo finale ve lo andate a trovare sul sito TDS (nemmeno ve lo linko, ahahah), voglio solo evidenziare un parziale, il 13°km, che comprende la salitona al Tissi, la sosta al ristoro, fotografie e, considerato che era mezzogiorno, vari tentativi di telefonare a Donatella per avvisarla dei motivi del ritardo; ebbene, credo sia il km più lento della mia vita podistica, 31 minuti e 27 secondi.

Splendida giornata, da Piani di Pezzè il Civetta lo hai là, ti sembra di toccarlo, immenso, pensare che me lo sono goduto tutto metro per metro ... no, non ci credo ... già fatto? Indolor, oggi (martedi) ho già ripreso a correre senza il minimo problema.

Corsa e giornata da inserire nella cartella "indimenticabili".