01 settembre 2013

TransPelmo 2013

Inseguivo questo traguardo da alcuni anni, sempre dirottato da cause non di mia volontà, adesso posso urlare: L'HO FATTA!
Giro completo del monte Pelmo, in senso antiorario partendo da Palafavera, alta val Zoldana; e questa volta sarà il cronometro a spiegare molte cose.
Lassù qualcuno ci ama e ci ha graziati dal meteo, pioggia durante il viaggio in auto, rasserenamento alla partenza, misto sole durante la corsa con temperatura ideale, pioggia dopo l'arrivo.

Pronti, via! C'è poco tempo da dedicare al guardarsi attorno, si inizia subito a faticare ed a stare attenti a dove si mettono i piedi, quest'ultima costante mi accompagnerà per tutta la corsa, le attrazioni paesaggistiche me le sono gustate fermandomi.
Corsa divisa in 3 parti ben distinte.
Prima parte, un paio di km di salitona al passo, poi saliscendi corribile fino al rifugio Venezia.
Da ragazzini partivamo da Palafavera all'alba (anche un po' prima) ed arrivavamo al rifugio all'ora di pranzo, affamatissimi. Oggi, 41 anni dopo, stesso identico sentiero (hanno aggiunto solo delle passerelle in legno nei punti più fangosi, ed io ci ho aggiunto un po' di magone) e stessa identica fame all'arrivo al rifugio, è cambiato solo il tempo di percorrenza, ed averci impiegato poco più di un'oretta significa che ... GIOVANNI C'E'! Una straordinaria iniezione di fiducia, di doping naturale che si è accompagnato ad un panino al salame al primo ristoro.

Seconda parte, un volo dentro al cielo:
volo lento eh, al passo fra rocce e ghiaioni.
La freccia gialla (1946mt) indica l'inizio della salita, il punto più alto è indicato dalla freccia rossa (2476mt), e credo che Forcella val d'Arcia diventerà il mio incubo (ma anche di altri) per molte notti; nella prossima foto il primo tratto, 1 km percorso in 21 minuti, i 32 minuti del km successivo dicono il resto.
L'arrivo in forcella è su questi video degli anni scorsi: http://www.transpelmo.it/video.html

La presenza di molti volontari del soccorso alpino (GRAZIEEE!!!) infonde sicurezza anche nei passaggi più "delicati", dove sono posate alcune corde fisse ed altre ne sono state aggiunte, un centinaio di metri con l'attenzione dedicata al 100% alla montagna; in alcuni tratti meno impegnativi ci si poteva soffermare sulla sottostante Val Biois (quella che conduce a Cortina) illuminata dal sole, e sulle molte vette che ci circondavano.
In cima alla forcella il secondo ristoro, una pausetta per bere la solita acqua e via.
Terza parte, discesa su ghiaia, non il classico ghiaione sul quale ci si può divertire, ma sentiero con ghiaino mooolto scivoloso ... e molti con culo a terra. L'ho presa con calma, mezz'ora tonda per i 2 km, non valeva la pena farsi del male. Quando la ghiaia si è trasformata in sentiero ho ripreso la corsa. Ultimo ristoro al passo Staulanza, dove, se qualcuno lo voleva, c'era anche il prosecco, poi un'altro km di salita al passo, e discesona finale ancora nel bosco.

Organizzazione praticamente perfetta, con pasta party finale (accompagnato da musiche tirolesi), COMPLIMENTI!

Certo che le impressioni, oltre che essere soggettive, sono molto volubili. Durante la corsa avrei detto che i tratti più difficili erano le salitacce e i punti più "esposti", mentre adesso, analizzando a freddo seduto comodamente nel divano di casa, ricordo più difficoltà sui tratti di legno scivolosissimo delle passerelle e nei 2 km di discesa ripidissima dopo la forcella, dove l'equilibrio era in continuazione instabile e la presa delle scarpe sui sassi sempre precaria.

... insomma meta raggiunta, e con divertimento.

p.s. le immagini sono ricavate da internet