La mia Venice Marathon


La mia Venice Marathon

1 - La partenza



Ci siamo.
Stra, ore 9,15, ancora 5 minuti,
il silenzio sale pari pari all'adrenalina,
partono i disabili.
Sentire uno sparo normalmente mi angoscia, ma questa volta no e leggo i pensieri delle 6000 persone che mi circondano, quello sparo diventerebbe liberatorio: "sbrigatevi a darlo!"

Il nervosismo lo sento sulla bocca dello stomaco, proprio dove ha appena finito di passare la pastasciutta che ho mangiato alle 6.
Sono nella mia gabbia, assiepato, non riesco a muovermi:"Riusciremo a partire senza calpestarci?"
Lo striscione di partenza è molti metri più avanti, troppi?:"Ma nooo, il chip darà il tempo reale".
Cerco di non perdere di vista i palloncini con su scritto il tempo entro il quale vorrei terminare.
Anche i Top Runners sono nervosi, li vedo agitarsi più avanti, nella loro gabbia più libera della nostra.
Gli africani si allineano sempre all'ultimo momento:"Ma da dove saltano fuori? Ma quanti sono?"
Un rumore assordante, ecco l'elicottero della TV, e migliaia di braccia si alzano per salutare.
La testa si svuota di tutto, dell'interminabile ricerca di un parcheggio, della lunga camminata per arrivare in zona box, delle code ai gabinetti e per la consegna sacche, dei discorsi nervosi fatti tanto per fare, degli improbabili esercizi di stretching, del solito dubbio:"Ma il riscaldamento lo faccio o no?" e della solita risposta:"Non serve, ne avrò di tempo per scaldarmi"; insomma si svuota dell'...attesa.
Mi dimentico delle imprecazioni lanciate dentro di me perché avevano già chiuso le strade al traffico e con l'auto non arrivavo più, e per l'ennesima volta mi ripetevo:"ma perchè non sono venuto con i pullman dell'organizzazione?".
Mesi di preparazione ed eccomi qua, fra poco tocca a me, solo a me, solo alle mie gambe in mezzo ad altre 12000.

VIA!
"Ma cosa spingi? 42km e 195 metri sono lunghi!"



 2 - La Riviera del Brenta


Le gambe oramai girano sciolte, il ritmo gara è quello preventivato, quello ideale.
Questa strada l'avrò percorsa un milione di volte.
Una successione di paesi affollati, Fiesso d'Artico, Dolo strapiena di gente. Le ville si susseguono maestose, il pensiero va a "quei ricconi che le abitano".
Mira e le società remiere, dalle barche i vogatori ogni tanto alzano i remi in segno di saluto; qualche orchestrina appostata fa canticchiare note conosciute, che aiutano a tenere lontane le prime fatiche.
Qua mi aspettava Paolo sulla sua bicicletta; mi accompagnava per qualche chilometro sincerandosi su come stavo, attirandosi le maledizioni degli altri corridori.
Oriago con qualche volto conosciuto, Malcontenta con villa Foscari ed i figuranti in costume settecentesco; il Burchiello carico di turisti saluta festoso suonando il clacson.
L'acqua del Naviglio Brenta viene lisciata ed accarezzata dai rami dei salici piangenti, stanno ingiallendo, l'autunno avanza.

Anch'io avanzo.


3 - Marghera, Mestre, San Giuliano


Mezza maratona.
Nessun tifoso lungo la strada.
Desolazione, fabbriche, petrolchimico.
"Ma tutti quei fumi mi faranno male?"
Qualcuno sta facendo degli esercizi a lato della strada:"Si è ritirato o sta aspettando per partire? Non partirà mica da metà percorso? Starà aspettando per accompagnare qualcuno. Ma ha il pettorale! Non avrà mica il coraggio di tagliare il traguardo?"

Davanti a questa chiesa papà mi aspettava assieme ai miei figli per porgermi qualcosa che facesse sentire partecipi anche loro, erano orgogliosi di me, non può mancare un bacio inviato al cielo.
Marghera è viva e plaudente, uhhh quanta gente che conosco:"ciaooo... ciaooo!".
Un sottopassaggio la separa da Mestre che invece dormicchia, nemmeno il rumore degli elicotteri RAI riesce a svegliarla. Ma quando passo io gli elicotteri oramai sono quasi sul traguardo, e gli altoparlanti danno notizie dei primi.
Ma daaai, qualche gruppo di persone c'è! Via Dante, Corso del Popolo, Via Forte Marghera, Viale San Marco..."ciaooo...ciaooo"

Per me, e penso un po' tutti i podisti abitanti a Mestre, un momento emozionante è il passaggio sul ponte che porta all'ingresso del Parco di San Giuliano. Il fatto di essere ancora lucidi, con la crisi fisica solo agli albori, il rumore dei tonfi di migliaia di piedi che lo calpestano, il suo oscillare "strallato", il sapere che al suo termine ci sono sempre dei conoscenti, rende questo attraversamento uno dei punti indimenticabili della gara.

Dentro al parco tanta gente che incoraggia, i miei quadricipiti urlano, che strano, li sento solo io.
Dalla cima della collinetta, in mezzo alla foschia, vedo il campanile di San Marco, sembra vicinissimo, mi sembra impossibile che per raggiungerlo manchino ancora una decina di km, così tanti?
Parco interminabile, spaccagambe e spacca... qualcos'altro, mi ritrovo all'improvviso da solo e mi accompagna il vuoto, esterno ed interno.
Le ginocchia stanno inchiodandosi.
Crisi!
Rallento.
Sto rallentando troooppooo!!!
Cammino???
Nooo!!!
"Tieni duro Giovanni!!!"
Qualche esercizio di rotazione della testa, rilasso le braccia e scalcio i piedi dietro sul sedere un po' di volte e... di nuovo via!
Avrò superato la crisi?
Speriamo bene.
Intanto passo il cavalcavia e sulla discesa lascio andare le gambe senza frenare, cambiando passo, e così un po' si decontraggono.


4 - Il Ponte della Libertà


Il vuoto
Nelle gambe, nella testa.
La strada un lazzaretto.
Gente che cammina.
Gente che non ce la fa più.
Gente sdraiata.
Gente che fa stretching.
Tanta gente ma...
nessuno ...
il vuoto.
E' arrivata la crisi, quella vera.
Ecco il ristoro provvidenziale.
Bevo, riprendo e penso:"Cosa sarà meglio? Rimanere concentrato sulla crisi che sto attraversando, oppure che sia arrivato il momento di mettere in pratica quegli esercizi di training autogeno che mi sono preparato?"
Scelgo la seconda.
Ed allora porto il pensiero sulle punte delle dita dei piedi ... salgo sui polpacci ...
Ma Lei si sta avvicinando, vedo nitidi i primi pontili, inizia a crescere il groppo in gola, e senza accorgermene arriva la rampa del ponte del Tronchetto:
"Già qua?"


5 - 14 ponti


Ci sono, sono dentro di Lei, sto iniziando i 2km di maratona più belli che esistono al mondo.

Mancano solo quei favolosi 14 ponti.

In migliaia ci passano sopra, ma pochi con la mente così lucida per riuscire a capire cosa stanno attraversando.
Eccoli uno per uno.

1- Ponte Molin, dopo aver attraversato la zona portuale, dopo il ristoro del 40°km, sopra il rio di S.Basilio, qua si inizia a rendersi conto di calpestare Venezia. Guardando a destra, oltre il canale si vede la Giudecca ed il rinnovato Mulino Stucky.
2- Ponte Longo sopra il rio di San Trovaso, riuscendo a guardare sulla sinistra si può intravvedere l'unico squero rimasto in centro storico, dove si costruiscono le gondole.
3- Ponte Calcina sopra il rio di San Vio, subito dopo se l'acqua è alta qualche spruzzo provocato dalle onde arriva fin sopra alle "fondamenta" che stiamo attraversando, portando acqua che restringe il nostro passaggio
4- Il ponte dedicato a chi in quel momento ci sta transitando sopra, al maratoneta, ponte degli Incurabili sopra il rio delle Torresele. I bar e ristoranti hanno posato i loro tavolini lungo le rive, ed ogni tanto arriva un profumino di frittura che apre la bocca dello stomaco.
5- Ponte de Ca' Balà, sopra il rio de la Fornace, guardando a destra, alla Giudecca al di là del canale, la chiesa del Redentore
6- Ponte Umiltà sopra il rio della Salute, la fondamenta si fa stretta, il passaggio in Punta Dogana (o della Salute), sotto al grande mappamondo dorato, ci fa capire che le emozioni diventeranno ancora più grandi.
7- Ponte di barche sul Canal Grande, montato e smontato in 24 ore. Immancabili i brividi lungo la schiena, qua fanno le foto, girandosi a sinistra si vede la chiesa della Madonna della Salute, a destra l'isola di San Giorgio, di fronte i giardini Napoleonici, fra un po' la gente diventa ressa, turisti da tutto il mondo che ti incoraggiano ed applaudono proprio te.
Poco dopo a sinistra Piazza San Marco e, se siete (s)fortunati, l'acqua alta accompagna il groppo in gola che ti impedisce di respirare.
8- Ponte della Paglia, l'unico senza scivoli, con i gradini, di solito pieno di gente in sosta perchè a sinistra si è vicini al Ponte dei Sospiri.
9- Ponte del Vin sopra rio del Vin, ed in quel momento il vino sicuramente è l'ultima cosa che passa per la testa
10- Ponte della Pietà, sopra il rio di San Lorenzo, che strano, nemmeno ti accorgi più che stai andando su e giù, la fatica è sparita, le gambe girano a 1000
11- Ponte Sepolcro, sopra il rio della Pietà:"Pieeetaaa!!!"
12- Ponte di Ca' di Dio, sopra l'omonimo rio, la maratona una volta terminava subito dopo di questo, ed invece adesso ... "DOV'E' IL TRAGUARDO!!!???"
13- Ponte dell'Arsenale, sopra l'omonimo rio, il più alto e duro di tutti, ma tanta gente ti da il 5, scommetto che nessuno vede a sinistra le due torri d'ingresso all'area militare
14- Ponte delle Cadene, sopra il rio de la Tana, ma nessuno se ne accorge, perché ... E' FINITAAA!!!

Un grosso lavoro organizzativo, con la posa provvisoria di lunghi scivoli in legno che anche ne addolciscono le pendenze, rende questi ponti praticabili anche alle carrozzine.
Se avessi i capelli inizierei a pettinarmi, perché???...


6 - L'arrivo


Gli altoparlanti mi massacrano le orecchie con le urla dello speaker,
ma all'improvviso la testa si svuota e non esiste nulla più.
Cerco tra la folla volti conosciuti.
Mi assale un misto di riso e lacrime.
Lancio il bacio al cielo finale, a ringraziare tutti.
Un'occhiata fugace al tabellone del tempo e...
lo taglio.
Non ci penso nemmeno al fatto che il primo arrivato ha impiegato quasi metà del mio tempo ...
il vincitore sono io ...
solo io.
Gli occhi si appannano, troppo pieni,
occupati dalle 42195 immagini che mi sono passate davanti.