Scritto da Rodolfo Tavana
“Ogni infortunio ha i suoi tempi di guarigione, da rispettare come i dieci comandamenti. In certi casi si può tornare a correre dopo una settimana, in altre dopo due mesi.”
Qualunque infortunio o malattia richiede tempi d’ inattività che variano a seconda dei casi. Ovviamente, come in qualsiasi tentativo di addentrarsi nel futuro, tali tempi sono da considerarsi “salvo complicazioni”.
In talune situazioni, durante i periodi di fermo possono essere praticati sport alternativi quali il nuoto, il ciclismo, lo skate in linea e la palestra, in altre occorre il riposo assoluto. Prima di ricominciare a correre bisogna, inoltre, preventivare un periodo di rieducazione, utile per non ricadere nel medesimo infortunio.
Cerchiamo di addentrarci nei particolari, tenendo in considerazione i più frequenti infortuni del corridore.
DISTORSIONI
Il trauma distorsivo è spesso a carico della caviglia. Di norma interessa il suo compartimento laterale (dalla parte del malleolo peroneale per un trauma in varismo, ossia piegando il piede verso l’interno) e va classificato in base al danno che ha provocato. Il male minore è rappresentato dal semplice dolore locale senza gonfiore o incapacità nel camminare. I traumi più importanti producono immediato gonfiore della caviglia e impossibilità a deambulare normalmente.
Qualora l’infortunio sia di modesta entità, per il ritorno gli allenamenti basteranno 4 o 5 giorni di riposo praticando un po’ di ciclismo. Nei casi più gravi, quelli in cui si richiede un periodo d’ immobilizzazione con tutore (gesso o bendaggio), la ripresa della corsa potrà richiedere dalle 2 alle 4 settimane.
Il ginocchio può distorcersi nella pratica di sport alternativi (sci, skate, calcio ecc) più che durante una corsa.
Una distorsione benigna (ad esempio lo stiramento del solo legamento collaterale mediale, evento frequentissimo in queste tipo di infortunio) necessita di 2 settimane di riposo assoluto spesso con un tutore durante le quali si eseguono solo delle elettrostimolazioni muscolari.
Altre 2 settimane verranno dedicate alla riabilitazione ala quale si abbina la pratica di bicicletta e nuoto. Al mese si ricomincia la corsa. Se la distorsione è più grave potrà provocare la rottura di un menisco o del legamento crociato anteriore.
Spesso questi tipi di lesioni necessitano un interventi chirurgico, al termine del quale ci si rieduca e si riprende a correre (dopo 15 giorni in caso di operazione al menisco mediale, dopo 30 se si tratta del menisco laterale e dopo circa 2 mesi per la rottura del crociato anteriore).
Menisco mediale e laterale sono indifferenti sia per la loro struttura, che per la loro funzione (il laterale sopporta un carico maggiore e stabilizza di più) e i traumatologi sportivi non incorreranno mai nell’ errore di prescrivere tempi di ripresa simili, col rischio di ritrovarsi il ginocchio gonfio e dolente in caso di anticipo dopo intervento al menisco laterale.
STIRAMENTI E STRAPPI
Passando alle lesioni muscolari, i cosiddetti stiramenti e strappi vengono classificati in 3 gradi di lesione: dal modesto stiramento (elongazione) si passa alla vera e propria rottura (quando resta permanentemente un buco nel muscolo) passando per lo strappo (distrazione).Qualcuno li classifica in 4 livelli, ma sul piano pratico cambia poco. Il muscolo, infatti, guarisce da solo, basta rispettare i giusti tempi di riposo.
Quando un dolore muscolare insorge in maniera ridotta e il corrdore risce a camminare senza sentirlo è facile che si tratti di un primo grado che guarisce in uno e due settimane. Se, invece, è costretto a fermarsi e trova difficile camminare si tratta di un danno maggiore che potrebbe richiedere un mese di riposo. L’ecografia muscolare è l’esame specifico permette di determinare meglio il gradi di lesione; solo in alcuni casi ci si avvale della risonanza magnetica nucleare.
Nei ragazzi in crescita (11/17 anni) è utile anche la radiografia per escludere che il muscolo possa aver “strappato” l’osso in cui s’inserisce. L’evento in sé non è grave, basta rispettare un periodo di riposo maggiore. Il muscolo guarisce da solo; guai, però, ad immobilizzarlo troppo (pericolosissimi i gessi!), perché si rischia di creare brutte cicatrici al suo interno.
La cura consiste nel confezionare un bendaggio compressivo per i primi 3 giorni e, dopo 7 giorni, nel praticare una leggera ginnastica di allungamento (senza ovviamente forzare) e della terapia fisica. Questo non per guarire prima, ma per evitare la complicazione più classica, la fibrosi (cicatrice nel muscolo).
A guarigione avvenuta è utile rinforzare il muscolo danneggiato prima di cominciare a correre.
TENDINITI
L’infiammazione di una guaina tendinea (la membrana che ricopre il tendine esattamente come il rivestimento isolante avvolge il filo di rame che trasporta la corrente) è frequente nel podista. Se l’infiammazione si limita alla guaina i tempi di ripresa sono brevi; se, viceversa, si insiste con la corsa e s’infiamma anche il tendine, occorrerà pure un mese prima di poter rincominciare a correre (salvo, ovviamente, la necessità di un intervento chirurgico).
Di solito viene colpito il tendine d’Achille, sono però a rischio anche il rotuleo (davanti al ginocchio), il tibiale posteriore (dietro al malleolo tibiale) e la bandelletta ileo tibiale (lateralemente al ginocchio). Nuoto e bicicletta sono fattibili in caso di interessamento dell’achilleo; bicicletta, nuoto e skate per il tibiale posteriore; nuoto per il rotuelo e la bandelletta ileo tibiale.