Girovagando fra forum, blog, mailing list, ecc., mi sto accorgendo che molti non hanno le idee ben chiare su cosa sia il Trail, e trovo scritte molte inesattezze.
Nella lingua italiana non trovo un termine preciso che indichi questo tipo di corsa, per cui non è che si usa l’inglesismo per sentirsi alla moda, ma per una precisa mancanza, così come molti altri termini inglesi sono entrati nel nostro uso corrente non trovando vocaboli adeguati corrispondenti.
Stringendo stringendo il Trail è la corsa dentro alla natura, su sentieri, abbandonando il più possibile l’asfalto, praticata con minor spirito competitivo.
E’ sbagliato considerare Trail le competizioni di 100 o più km su strada tipo il Passatore, queste sono le ultramaratone.
Non sono Trail nemmeno le gare su terra in circuito, di solito con uso di scarpe chiodate, queste sono le “campestri”, i cross.
I Trail non sono unicamente corse in montagna, ma possono avere anche percorsi pianeggianti, solo che in pianura è più difficile trovare lunghi tratti privi di asfalto.
E' anche sbagliato credere che Trail siano unicamente le UltraTrail, cioè le gare più lunghe della maratona. Queste, a partire dai 50 km fino ai … chi più ne ha più ne metta, sono “solo” una esasperazione del movimento.
Così come esasperazione sono le Skyrace, competizioni caratterizzate da enormi dislivelli, con i quali si vanno a raggiungere anche vette di montagne.
Invece Trail sono le Ecomaratone, manifestazioni che si sviluppano attorno alla classica lunghezza dei 42km, ma sono Trail anche le gare con chilometraggi molto inferiori, basta che rispettino i principi fondamentali, tutta natura e niente (o limitatissimo) asfalto.
Un altro elemento dei Trail è la quasi autosufficienza sia idrica che energetica. Essendoci pochi ristori organizzati ognuno si deve portare dietro una propria scorta di liquidi e cibarie. Questo sempre nel pieno rispetto della natura attorno, ed attualmente è in corso una campagna di sensibilizzazione perché non siano lasciati in giro rifiuti.
Inoltre Trail possono anche non essere gare, ma semplici allenamenti con ritrovo fra amici allo stesso punto di partenza, raggiungimento della meta sia con propri ritmi sia in gruppo, ritorno, ed un ristoro finale dove ognuno collabora con proprie vivande e con i propri racconti. Questi vengono chiamati Trail autogestiti.
Ma Trail è sopratutto … un qualcosa … uno spirito … che ci si sente dentro, che sta coinvolgendo un numero sempre maggiore di persone stanche delle “solite minestre”, che viene raccontato perfettamente in questo sito e che cerco di interpretare e riassumere.
Ognuno è libero di praticare a suo modo il podismo, ci mancherebbe altro, e basta soffermarsi ai punti di iscrizione e frequentare i sottopalchi durante le premiazioni per intuire motivazioni con mille sfaccettature, che però portano immancabilmente su due strade ben distinte, nitide.
C’è chi lo pratica per ottenere dei risultati, che possono essere premi di gare, oppure miglioramenti tempistici, oppure il raggiungimento di mete determinate usando precisi allenamenti. Risultati che immancabilmente hanno bisogno di sangue, sudore, lacrime e … stress.
C’è invece chi lo pratica per pura soddisfazione personale, per diletto.
Prima di dire tutti quanti che apparteniamo sempre al secondo gruppo cerchiamo di guardarci bene dentro, cerchiamo di non mentire a noi stessi.
Ora in molti hanno capito che quando si partecipa ad una gara assieme ad altre mille persone arrivare 85° oppure 89° non fa differenza, ed ecco che si può anche rallentare per godersi un paesaggio, per respirare a pieni polmoni dentro ad un bosco, ma anche sostare un po’ di più ad un ristoro particolarmente attraente. Insomma trovare motivazioni diverse, nuove, a quello che si sta facendo, singolarmente più appaganti.
Ma non è detto che poi, nel proseguo della gara, oppure nella volta finale, non si possa dare sfogo a tutto il fiato che si ha in corpo.
Ecco, spero di essere stato chiaro.
Per concludere, molti blogger sentono dentro di loro questo “spirito”, ma non è come si dice, cioè che uno fa Trail appositamente per avere più cose da raccontare, bensì esattamente l’opposto, è la pratica del Trail che offre molte più ispirazioni per raccontare cose. Non sei tu che cerchi, è il Trail che ti dà. Dopo, logicamente, ognuno racconta le cose a proprio modo, usando proprie sensibilità e dialettiche. Se descrivo una serie di ripetute in pista oppure descrivo l’incontro con una volpe sono sempre io l’autore, la sensibilità è sempre la mia, è diversa la materia prima che vado a raccontare.
Riporto un post del mio omonimo Giovanni tratto dal suo blog “Correre è vivere” , spero che mi perdoni se lo uso come esempio senza chiedere l’autorizzazione per la copia, avanza una birra. I puntini sono originali, non sono tagli.
17 agosto 2008
Cerco di spiegarvi il Trail (running)
17.8.08