Mezza maratona.
Nessun tifoso lungo la strada.
Desolazione, fabbriche, petrolchimico.
"Ma tutti quei fumi mi faranno male?"
Qualcuno sta facendo degli esercizi a lato della strada:"Si è ritirato o sta aspettando per partire? Non partirà mica da metà percorso? Starà aspettando per accompagnare qualcuno. Ma ha il pettorale! Non avrà mica il coraggio di tagliare il traguardo?"
Davanti a questa chiesa papà mi aspettava assieme ai miei figli per porgermi qualcosa che facesse sentire partecipi anche loro, erano orgogliosi di me, non può mancare un bacio inviato al cielo.
Marghera è viva e plaudente, uhhh quanta gente che conosco:"ciaooo... ciaooo!".
Un sottopassaggio la separa da Mestre che invece dormicchia, nemmeno il rumore degli elicotteri RAI riesce a svegliarla. Ma quando passo io gli elicotteri oramai sono quasi sul traguardo, e gli altoparlanti danno notizie dei primi.
Ma daaai, qualche gruppo di persone c'è! Via Dante, Corso del Popolo, Via Forte Marghera, Viale San Marco..."ciaooo...ciaooo"
Per me, e penso un po' tutti i podisti abitanti a Mestre, un momento emozionante è il passaggio sul ponte che porta all'ingresso del Parco di San Giuliano. Il fatto di essere ancora lucidi, con la crisi fisica solo agli albori, il rumore dei tonfi di migliaia di piedi che lo calpestano, il suo oscillare "strallato", il sapere che al suo termine ci sono sempre dei conoscenti, rende questo attraversamento uno dei punti indimenticabili della gara.
Dentro al parco tanta gente che incoraggia, i miei quadricipiti urlano, che strano, li sento solo io.
Dalla cima della collinetta, in mezzo alla foschia, vedo il campanile di San Marco, sembra vicinissimo, mi sembra impossibile che per raggiungerlo manchino ancora una decina di km, così tanti?
Parco interminabile, spaccagambe e spacca... qualcos'altro, mi ritrovo all'improvviso da solo e mi accompagna il vuoto, esterno ed interno.
Le ginocchia stanno inchiodandosi.
Crisi!
Rallento.
Sto rallentando troooppooo!!!
Cammino???
Nooo!!!
"Tieni duro Giovanni!!!"
Qualche esercizio di rotazione della testa, rilasso le braccia e scalcio i piedi dietro sul sedere un po' di volte e... di nuovo via!
Avrò superato la crisi?
Speriamo bene.
Intanto passo il cavalcavia e sulla discesa lascio andare le gambe senza frenare, cambiando passo, e così un po' si decontraggono.
13 ottobre 2009
Venice Marathon 3 - Marghera, Mestre, San Giuliano
13.10.09