11 novembre 2009

Illusioni deleterie


Anche se siamo vecchie gatte capita spesso di illuderci su qualcosa.
Stiamo preparando una maratona, in allenamento le gambe girano bene, non sentiamo la fatica, stacchiamo tempi migliori dei previsti, va a finire che pensiamo: "visto che l'ultimo medio l'ho corso a 4'50", verso la fine mi sentivo bene ed ho anche accelerato, ma perchè in gara invece di partire a 5'00" non posso patire a 4'50"?
Ecco che un errore di battitura la dice chiara, il seconto "partire" è diventato "patire".
Il 4'50" diventa inesorabilmente un "patire".

Inconscentemente, nonostante i molti anni di pratica, cadiamo in alcuni errori.
Inesorabilmente abbiamo dei limiti insuperabili, accentuati dal fattore età.
L'allenamento deve essere sempre un allenamento, non deve diventare la gara vera e propria, è la somma dei piccoli, impercettibili, miglioramenti in allenamento che ci fa crescere, fino ad un certo punto che viene dettato da molti fattori, ma questo è un altro discorso che svilupperò un'altra volta.

I tempi sui quali fino a quel momento ci eravamo allenati non devono essere stravolti, quelli erano, quelli sono, quelli devono rimanere, ed inesorabilmente quelli resteranno.
Uno dei pericoli più grandi che corriamo noi avanti con l'età, oltre all'infortunio sempre dietro all'angolo, è quello di accumulare stanchezze poi impossibili da recuperare.
Inoltre c'è il rischio che una particolare seduta di allenamento diventi talmente appagante da toglierci dalla testa, ma sopratutto dalle gambe, quello che poi invece dovrebbe essere il vero obbiettivo.
Ed infine ben pochi riescono ad arrivare al momento della gara senza accumulare anche ulteriori  tensioni nervose che aumentano lo stress fisico.

Anche solo un errore porta al fallimento della prova impedendoci di tagliare con gioia quel traguardo sognato per mesi, figuriamoceli tutti sommati,
vero Pizzolato?