Nella vita il mio lavoro consiste nell'installare e riparare linee telefoniche e ADSL, però non sono dipendente Telecom ma di una piccola impresa di subappalto, sono uno di quelli che alla sera deve portare in ufficio dei risultati sostanziosi, pertanto della parola "lavoro" ne colgo in pieno tutti i significati, sopratutto quello fisico. Per la maggior parte del tempo svolgo il mio lavoro all'aperto, e per questo motivo quando il termomentro raggiunge le temperature massime, oppure all'incontrario le minime, ecco che per me rientrare in casa alla sera è un vero sollievo e diventa difficile cambiarmi d'abiti e ritornare fuori a correre, diventa un ulteriore tormento quello che invece DEVE essere un piacere. Ed allora mi ritengo fortunato, e ne sono orgoglioso, di avere una mente che ancora ragiona e che in quei momenti mi dice esplicitamente: "ma chi te lo fa fare?", frase che in questa torrida settimana è ritornata puntuale tutte le sere. Non mi fa differenza se mi alleno di meno ed alla prossima gara invece di arrivare 98° arriverò 198° oppure 298°, ed ho ben capito che oramai i miei Personal Best non potrò più nemmeno avvicinarli.
Oggi avevamo in programma una gita in montagna, cercando un po' di fresco volevamo ripercorrere camminando una parte del percorso della Camignada, attorno alle Tre Cime di Lavaredo, ed invece nella notte è arrivato un po' di maltempo, vento, tuoni, piogge, forse grandine; stamattina non pioveva ma il cielo si manteneva ben coperto, per cui, messa da parte la gita, eccolo! E' arrivato! E' il momento ideale per correre!
Partito con l'idea di fare 45 minuti, lungo il percorso mi sono sentito bene ed ho deciso di prolungarli a 60. Il ritmo inizialmente era lento, ma ... i tempi cambiano, le gambe sembravano girare bene, ho provato un progressivo ma dopo un po' ho rinunciato, ed allora ho sparato degli allunghi belli lunghi a ritmo vario. Dunque un allenamento mooolto naif.
Ecco i veri piaceri che mi vengono regalati dalla corsa, il ritornare a casa soddisfatto e non distrutto; il divertirmi mentre faccio scappare i coniglietti selvatici nei prati attorno al Forte Gazzera; il fermarmi a bere anche se non ho sete, per prevenirla; il decidere di fare 1 ora ma poi fermarmi a 58 minuti ugualmente soddisfatto; riflettere delle cose più varie senza accorgermi che il tempo passa; l'annusare gli odori che rilasciano i campi impregnati dalla pioggia notturna.
Grazie corsa.