La corsetta dal lontano parcheggio al gazebo iscrizioni diventa il riscaldamento.
Bang! Via!
Lo sparo mi toglie il torpore di un viaggio al rallentatore, accodati alle lente auto dei molti vacanzieri siamo arrivati su a Melere all'ultimo momento.
Le gambe all'inizio girano veloci, troppo veloci, le lascio fare ma sono fiato e cuore che non tengono, al termine del secondo km mi sembra che escano dalle orecchie.
Rallento, conosco cosa mi aspetta in seguito.
Ecco, mettiamola così: finita la prima ripetuta.
Arriva la salitona, tutti quelli attorno a me camminano, raggiungo il gruppo davanti, iniziano a camminare anche loro, raggiungo un altro gruppetto e ... gli ultimi 30 metri li cammino anch'io, dentro di me ascolto l'unica breve stonatura.
In cima al provvidenziale ristoro prendo i soliti 2 bicchieri d'acqua, ma non mi fermo.
Inizio la discesa, prima parte asfaltata, dopo quella curva dovrebbe apparire il paesaggio, la giro e
... azz ...
siamo in mezzo alle nuvole, a 1150mt di altezza può anche accadere.
Mi si appannano anche gli occhiali.
Inizio la discesona che ricordo in mezzo al bosco, buia e molto sconnessa.
Perchè si disappannino gli occhiali e per vederci meglio giro verso dietro il frontino del cappellino.
Potrei farne a meno, quello che ricordavo come un sentiero lo hanno ... piallato ... ed è diventato una carrabile sterrata molto larga, da poter correre quasi ad occhi chiusi.
Mi metto d'impegno, voglio mantenere il fiato alto, sento le gambe fresche ... giù a tutta ... troppo a tutta.
2 Km con media 3'50, alcuni istanti a 3'10 mi dice il Garmin, troppo "a tutta" per questo periodo, e lo pago amaramente.
Dopo la discesona arriva il falsopiano, le gambe si irrigidiscono, i muscoli diventano di marmo, si sfoga il lattato accumulato nei ritmi mooolto al di sopra della mia soglia attuale.
Sensazione strana, non l'avevo mai provata finora, non crampi (quelli si che li conosco), non dolori, ma coscie quasi paralizzate.
Non mi fermo, corricchio, mi riprendono tutti quelli sorpassati in precedenza, anche qualcuno di più.
Rimettiamola così: terminata la seconda ripetuta.
Per fortuna riesco a smaltire in un kilometrino e riprendo, si, qualcuno lo riprendo.
Finale soddisfatto, fine della terza ripetuta.
Gestione di gara disastrosa, però dai ... ripetuta iuvant.
Lo so che bisognerebbe dire "repetita", però concedetemelo.
Come programmato arriva il pranzetto con specialità locali e seguente pennichella molto appartata.
Magari le domeniche podistiche fossero tutte come questa, con un sorriso che parte da un'orecchio ed arriva fino all'altro.