28 settembre 2010

La mia ultima maratona

Titolo del post a doppio significato, la mia ultima maratona è stata quella che ho già corso o sarà la prossima?

L'ultima l'ho corsa il 27 aprile 1997, sono passati 13 anni e mezzo.
Allora si chiamava Maratona di Vedelago, e solo in seguito sarebbe diventata la Vedelago-Padova alias Maratona di Sant'Antonio.
L'avevo preparata benissimo, nessun inconveniente fisico anche se superavo i 100km a settimana, nessun allenamento saltato, in gara correvo i 10km a 3'50, doveva essere l'ultima tappa di avvicinamento al muro delle 3 ore e sarebbe stato impensabile provarci in quel momento con alle spalle un 3h25'.
Lo sparo di partenza ha dato il via anche ad una pioggerella rinfrescante che ci ha accompagnato fino alla fine. Alla mezza ero transitato con media attorno ai 4'20, mi sentivo bene e mi sono detto:"ci provo adesso alle 3 ore?", ma il pensiero è stato allontanato poco dopo dall'inizio della stanchezza. Sono rimasto su quella media fino al 30° e poi il calo, troppo calo, i muscoli e la mente si sono risvegliati quando mi ha quasi raggiunto un gruppetto con all'interno uno di quelli che solitamente mi battevano in gara. Mi sono imposto:"stavolta no!" ed ho riaccelerato tagliando il traguardo ben prima di lui.
3h11'39" il tempo finale.

In seguito ho tentato di migliorarmi ma la schiena mi ha fermato, carichi di lavoro esagerati per il mio fisico mi hanno ridimensionato, ed il sommarsi di altre complicazioni non podistiche mi hanno causato un lungo stop.

Ero quasi pronto per un'altra, volevo accompagnare Donatella in quella che è stata la sua unica maratona, ma una frattura ad un piede (al lavoro) mi ha fermato un mesetto prima della gara.
Avevo ritentato anche lo scorso anno, e la Camignada doveva essere un traguardo intermedio verso Riva dei Sette Martiri, invece quelle 5 ore corse in montagna mi hanno svuotato sia fisicamente che mentalmente, togliendomi le forze per un lungo periodo.

Questa volta mi ha attirato l'immagine del passaggio dentro a Piazza San Marco, al quale in seguito si è aggiunto quello attraverso la "mia" Piazza Ferretto, il salotto di Mestre.

Però lo stress è tanto, sia fisico che mentale, e non viene caricato unicamente nel giorno della gara, si somma durante tutti gli allenamenti che vengono prima. Come dicevo altrove ora nel correre per più di tre ore provo solo disagio, malessere, proprio il contrario di quello che cerco nella corsa; così come trovo molto pesante affrontare più di 1 ora alla sera, dopo una piena giornata lavorativa.

Non dico che la prossima sarà la mia ultima, non mi sbilancio, non si sa mai, di tempo davanti per correre ne vorrei avere ancora tanto, però per affrontarne un'altra dovrò cercarci dentro delle motivazioni ben "defaticanti", difficili da reperire, che si raggruppano in un ben preciso vocabolo:
Emozioni.