19 settembre 2010

Un Veneziano tra i Cimbri

Ho uno strano rapporto con l'Ecomaratona dei Cimbri.
Da una parte mi ha sempre attirato, si corre in una zona che frequentavo da ragazzo andando a sciare, l'Altopiano del Cansiglio, fra sentieri, sottobosco, con stupendi paesaggi ed ottima organizzazione.
In passato avrei voluto parteciparvi, ma sono sempre stato "distratto" da altre manifestazioni.
Così il momento che poteva essere quello giusto è inesorabilmente passato, niente ... carpe diem.
Adesso le maratone non mi ispirano più, troppa fatica, e se al kilometraggio canonico ci aggiungiamo il percorso montano ecco che per quella partecipazione i "contro" superano di molto i "pro".
Da qualche anno alla gara tradizionale hanno aggiunto anche un percorso più lungo, denominato pittorescamente "Antico troi degli sciamani", 69km da correre in coppia, quindi peggio che peggio.
Però hanno avuto l'accortezza di accontentare anche i più fragili, inserendo una non-competitiva breve di 6 o 12km.
Niente di meglio che sommare questi due percorsi per fare un "lunghetto".
Indecisione massima fino a quando siamo saliti in tangenziale, le pioggie ed il vento di ieri ci stavano indirizzando verso un'altra manifestazione, ma tutto è svanito e ci è stata regalata una splendida giornata di sole.

Veri e sinceri complimenti agli organizzatori.
Mettere in piedi una manifestazione che prevede una tale varietà di percorsi è una vera impresa, pensate che mentre in solitaria stavo percorrendo il secondo giro stavano togliendo le indicazioni dei due percorsi "brevi" inserendo al loro posto, a rovescio, quelle dei due più "lunghi".
Ben 3 ristori (più quello finale extrabbondante), il secondo era posto nel punto più alto e lo hanno approntato inerpicandosi con un carro trainato da un trattorino;
GRAZIE!!!
Il terzo è stato un miraggio, uscendo da un buio sottobosco all'improvviso si è aperta davanti la pianura, il cielo terso permetteva di vedere fino al mare, ho prolungato la sosta per godermi il momento.
Nonostante le molte piogge il fango lo abbiamo trovato solo in un paio di brevissimi tratti. 
Stupendo il passaggio dentro alle grotte del Caglieron (nelle foto), qualche centinaio di metri su passerelle in legno, quasi al buio, facendo attenzione a non picchiare la testa sulle rocce, con acqua che scendeva in abbondanza sia dal torrente sia dai lati del sentiero. L'ho ripetuto due volte, ed alla seconda mi sono anche fermato a leggere i cartelloni che spiegavano il formarsi di quegli anfratti.
Salite da camminare si sono alternate in continuazione con discese varie, ho accelerato solo sull'ultima, quando oramai sapevo l'approssimarsi del traguardo, a significato che mi sentivo poco stanco.
Da rifare.

Una sintetica storia dei Cimbri la trovate cliccando qua.
Sono un'etnia ed è bello, positivo, costruttivo, quando delle popolazioni non disperdono le loro identità nel grigiore comune, quando mantengono le proprie tradizioni, lingue, modi d'essere, ritagliando il proprio spazio dentro all'unica cosa che realmente ci accomuna, il pianeta Terra.
Ma poi Babele l'ha creata l'uomo, e diventa DISASTROSO quando queste diversità vengono cavalcate da qualcuno generando ed inculcando fobie che QUASI SEMPRE si rivelano inesistenti, quando i media battono in continuazione le negatività, quando è la pura ignoranza ad andare a braccetto con l'intolleranza (vedi, ma sopratutto ascolta, qua), quando in pochi illudono le masse unicamente per un proprio tornaconto.
Ad esempio Ladini, Cimbri e (tanto per dire) Veneziani, sono etnie diverse e le loro unicità sono mooolto lontane da quel calderone che qualcuno definisce ... padania.
Vabbè, sono disquisizioni politiche e so bene che qualcuno dissentirà, ma il bello è che poi ci si ritrova tutti in pantaloncini e canottiera, indistintamente ad ansimare sulle medesime ripide salite, ed il sudore sgorga uguale per tutti.