Ognuno di noi si porta dentro, riposte in qualche cassetto della memoria, delle frasi che ogni tanto rispolvera con malinconia.
Al traguardo della mia prima gara (una 5km) ho trovato mio padre ad aspettarmi.
Inaspettatamente, perchè fino a quel momento aveva espresso molti dubbi verso la mia nuova passione.
Vedendomi arrossato ed affaticato mi ha chiesto un'unica cosa : "come stai?"
Quel tono di voce ... mi sembra oggi.
Successivamente veniva ad incoraggiarmi a metà strada delle VeniceMarathon, accompagnando i miei figli che rendevo partecipi e responsabili perché mi dovevano porgere un piccolo rifornimento "indispensabile".
A mio padre piacevano tutti gli sport però non ne aveva praticato nessuno, la Guerra gli aveva lasciato un'invalidità; il periodo Olimpico era la sua festa, non si distaccava dalla TV con conseguente disperazione di mia madre. Era molto curioso, bastava che in zona venisse organizzato un qualcosa di qualsiasi genere e mi portava a vederlo, fosse un torneo di bocce od una manifestazione delle Frecce Tricolori, di pattinaggio o di automobiline telecomandate.
Ha fatto in modo che io non temi il fango, portandomi anche nei paddock delle gare di motocross; mi ha insegnato a non aver paura del buio, seduti sui paracarri durante le prove notturne dei rally; non mi vergogno di cadere, con un sorriso mi porgeva la mano per rialzarmi quando imparavo a sciare; mi ha fatto amare gli animali, insegnandomi a riconoscere i vari tipi di cavalli degli sport equestri. Amava sia le montagne che i mari, però li temeva, non si riteneva talmente esperto per affrontarli, e mi ha trasmesso questa riverenza.
Mi ha fatto rispettare la fatica ed il sudore, applaudendo al traguardo anche i ritardatari.
Di tre sport era particolarmente appassionato: pugilato, ciclismo e calcio.
Del pugilato ricordo bene quando ancora non avevamo la TV, di serate passate ad ascoltarne le radiocronache. Qualche volta andava a vedere dei match, non mi ha mai portato, adesso lo capisco, troppa violenza e sangue.
Infine il calcio, aveva l'abbonamento allo stadio ed alla domenica con mia mamma gli andavamo incontro a fine partita per poi fare la passeggiata in piazza. Quando poi io ho iniziato a giocare non mi accompagnava, voleva che mi arrangiassi, che mi muovessi con il gruppo, però dopo me lo ritrovavo sugli spalti, ma non si intrometteva mai nelle questioni di gioco.
Oggi mio Padre avrebbe compiuto 90 anni.
Sarò riuscito a tramandarlo ai miei figli?
Se così fosse, anche lui avrebbe vinto la sua gara.