Da pazzi.
Ancora una settimana senza allenamenti, la quarta, (anche le buone intenzioni "ginniche" hanno dato forfait) ed oggi dove sono andato?
Un Trail Autogestito.
Percorso tutto saliscendi, trequarti sentiero di sottobosco, praticamente mezza Campo San Daniele Campo (questa a rovescio fino in cima) ed una gran parte della Corsa della Trota di Schievenin (questa) riunite assieme da qualche lunga "divagazione".
Possibilità di scelta fra due lunghezze, una decina di km e circa il doppio, ho scelto il più lungo solo alla deviazione fra i due.
Salendo in auto verso il paesino di Campo già si poteva prevedere la giornatina, si intravvedeva tra gli alberi la spruzzata di neve caduta nei giorni scorsi mentre le nuvolacce ne presagivano di ulteriore.
Cos'è l'essenza?
Ciò per cui una cosa è quello che è; la parte più importante di qualcosa, la sua sostanza.
Nei Trail Autogestiti si ritrova l'essenza della corsa, niente cronometri (mi sono anche dimenticato a casa il gps così non posso pubblicare il tracciato), niente agonismo, da solo con te stesso ed un gruppo di compagni che ogni tanto (spesso) si (ti) aspettano. Qua abbiamo anche trovato delle ottime e pazienti Guide che ci spiegavano le caratteristiche di quanto ci stava circondando; poche parole ma ben piazzate nella sostanza.
Gente particolare, che ha fatto proprio un vocabolo che da noi, in città di pianura, sempre più spesso viene a mancare: RISPETTO.
Rispetto verso le altre persone, rispetto verso il passato, rispetto verso le cose che ci circondano, sopratutto verso la natura.
Grazie ragazzi.
Non importa quanti eravamo, chi non c'era non sa cosa si è perso.
Profumo di legna che bruciava nelle stufe; acqua da sopra, acqua sotto, tanta acqua nei torrenti che ci affiancavano; più in alto neve che cadeva, neve che ci circondava.
Clap clap, solo il rumore dei piedi nel sottobosco.
Salite dure? Discese un po' troppo sconnesse?
Nessun problema, si camminava, con unico inconveniente il tempo totale dilatato.
La prima parte del percorso l'abbiamo completata dopo un'oretta, troppo presto per abbandonare luoghi e compagnia, così mi sono fatto coinvolgere per il proseguio durato ... altre 2 ore e mezza.
Mah!
Non ho sentito il freddo nonostante le molte soste che non mi hanno tagliato le gambe; non ho sentito la stanchezza, ho avuto qualche calo di energie ma mi sono prontamente ripreso; non ho sentito i piedi bagnati e freddi anche se lo erano abbondantemente; non scivolavo sul sottofondo viscido nonostante una suola di scarpa (le oramai vecchie Montrail) a metà percorso abbia deciso di staccarsi e finire i suoi giorni riposando in quei luoghi; non mi sono arrabbiato quando ho perso la macchina fotografica, caduta sull'umido, prontamente recuperata da chi mi seguiva; nel camelbag mi sono portato un litrino d'acqua che sorseggiavo ogni tanto.
Quando le cose DEVONO andar bene ... ecco che bene vanno.
Purtroppo non sono rimasto per il Terzo Tempo, al coperto con pastasciutta calda.
Giornata che mi ha riconciliato con la corsa, con la vera corsa, con l'essenza della corsa, con il rispetto verso la corsa.
Unica negatività la forzata assenza di Donatella, trattenuta da impegni a casa, spero sia l'ultima volta.
Un'ultima chicca.
Un gruppo sta pensando di organizzare nel 2018, in occasione del centesimo anniversario dal termine della Prima Guerra Mondiale, la Grande Guerra, una 100 km dal Piave al Grappa.
Di tempo ne hanno ed i montanari sono tenaci, spero vivamente diventi realtà.
Probabilmente prima faranno delle prove.