Tutti lo facciamo, e voi non tiratevi indietro, mentre transitiamo normalmente per la strada e scorgiamo uno sconosciuto che corre lo osserviamo e pensiamo qualcosa di lui. Proviamo ad indovinare se è uno che corre abitualmente o un novellino, osserviamo come veste e quali scarpe indossa, se ha un bello stile o "qualche defaillance" e così via (si, lo so, alcuni penseranno che se si tratta di una femminuccia i pensieri scorrono meglio). A volte addirittura lo cataloghiamo, assegnandoli un proprio gradino nella nostra scala di pre-giudizio dal quale poi difficilmente riusciamo a spostarlo.
Alcuni anni fa ho visto un tizio sulla sessantina che corricchiava sul marciapiede vicino a casa mia, in piena estate, in mattinata avanzata, indossava una tuta in acetato, nera, sotto al sole cocente, logicamente grondava abbondante sudore e mi sono detto: "Quello è pazzo, rischia veramente di morire".
Successivamente l'ho rivisto altre volte, sempre corricchiante abbondantemente vestito, sempre negli orari più caldi.
Il tempo passa, nei miei percorsi di allenamento ho incontrato molti aspiranti-podisti, alcuni "hanno fatto carriera" diventando agonisti, e magari poi si sono anche "rotti" sia fisicamente che mentalmente; altri li ho intravisti fugacemente, meteore da 3 uscite e basta.
Ma lui no, lui non ha smesso, ha continuato d'estate e d'inverno, con la sua corsetta jogger, con la sua tuta in acetato nera, con il suo abbondante sudore.
Lui non ha fatto quel passo che porta alle gare, sicuramente non gli interessa avere quel passo che porta alle gare, eppure corre, corre per se, per quella forma particolare di virus che lo ha "infettato" a modo suo e dalla quale evidentemente il suo "essere" ne trae benefici.
Negli ultimi tempi, correndo di mattina, l'ho incrociato varie volte, proprio oggi lui indossava un giaccone in nylon ben imbottito, trapuntato, lungo fino a metà coscia, abbondante di un paio di misure, con le mani tirate dentro alle maniche, con il largo bavero ben tirato su a riparare quasi le orecchie, eppure corre, corre, corre; io invece ero seduto in auto.
Questa settimana ho disertato, gli impegni si sommano (non ve li elenco) fornendo un totale = zero voglia.
Ed allora, Giovanni, commentare va bene, però non giudicare.
Alcuni anni fa ho visto un tizio sulla sessantina che corricchiava sul marciapiede vicino a casa mia, in piena estate, in mattinata avanzata, indossava una tuta in acetato, nera, sotto al sole cocente, logicamente grondava abbondante sudore e mi sono detto: "Quello è pazzo, rischia veramente di morire".
Successivamente l'ho rivisto altre volte, sempre corricchiante abbondantemente vestito, sempre negli orari più caldi.
Il tempo passa, nei miei percorsi di allenamento ho incontrato molti aspiranti-podisti, alcuni "hanno fatto carriera" diventando agonisti, e magari poi si sono anche "rotti" sia fisicamente che mentalmente; altri li ho intravisti fugacemente, meteore da 3 uscite e basta.
Ma lui no, lui non ha smesso, ha continuato d'estate e d'inverno, con la sua corsetta jogger, con la sua tuta in acetato nera, con il suo abbondante sudore.
Lui non ha fatto quel passo che porta alle gare, sicuramente non gli interessa avere quel passo che porta alle gare, eppure corre, corre per se, per quella forma particolare di virus che lo ha "infettato" a modo suo e dalla quale evidentemente il suo "essere" ne trae benefici.
Negli ultimi tempi, correndo di mattina, l'ho incrociato varie volte, proprio oggi lui indossava un giaccone in nylon ben imbottito, trapuntato, lungo fino a metà coscia, abbondante di un paio di misure, con le mani tirate dentro alle maniche, con il largo bavero ben tirato su a riparare quasi le orecchie, eppure corre, corre, corre; io invece ero seduto in auto.
Questa settimana ho disertato, gli impegni si sommano (non ve li elenco) fornendo un totale = zero voglia.
Ed allora, Giovanni, commentare va bene, però non giudicare.