30 maggio 2012

Il temporale


Insolitamente questa volta mi alleno di pomeriggio, mi cambio, esco di casa, sento in lontananza il rombo del temporale che si avvicina e penso: "oggi nulla mi ferma, vada come vada, pioggia o non pioggia, tanto oramai fa caldo".
Entro in campagna, dove le case non ostacolano più la visuale, poco lontano dalle nuvolacce si stanno scaricando lunghe strisce scure che scendono fino a terra, penso:
"Adesso vediamo chi vince, scommettiamo che corro più forte io e non mi prendi?"
Via, parto a ritmo sostenuto.
Con la coda dell'occhio tengo sotto controllo l'avversario, ho la sensazione che lo sto distaccando, solo i tuoni rendono viva la sua presenza.
Mentre corro la mente si avventura in uno STUPIDO calcolo di probabilità: se avessi corso un kilometraggio ben preciso ecco che correndo più veloce avrei raggiunto prima il termine, allora si che avrei avuto più probabilità di vincere io; invece corro a tempo, 1 ora, quindi la velocità non ha importanza, per quanto veloce io corra aumentano le SUE probabilità di vittoria. Ma LUI questi calcoli mica li fa ed ho la netta sensazione che, consapevole della sua estrema supremazia, per questa volta faccia finta di niente.
Improvvisamente l'insieme si schiarisce, il sole oltrepassa il confine fra i nuvoloni ed il sereno, HO VINTO IO!
Posso rallentare, mi aggiudico il trofeo naturale più bello che esista, un immenso arcobaleno a tre archi.
Il calore fa evaporare l'acqua depositata sui gelsomini in fiore, si sprigiona un profumo che nemmeno Chanel è riuscito ad imitare, è l'apoteosi della vittoria.
Gli occhi cadono verso un punto preciso, mi vien voglia di raggiungerlo:
"Sarà vero che dove nasce l'arcobaleno c'è una pentola piena di monete d'oro?"
Ma questa è un'altra fiaba.

foto scattate da me:
in testa: "Tahaa vista dal Giardino di Coralli" (la sì che ci sono le pentole d'oro)
sotto:  ... dietro l'angolo di casa