17 giugno 2012

Crespignaga - Tra ulivi e ciliegi 2012

Lo aspettavamo?
E' arrivato!
Chi?
Il gran caldo.

A Crespignaga non avevo corso negli ultimi 2 anni per cause varie, sempre con dispiacere in quanto, a parer mio, è la più bella corsa dell'intero circuito CPT.
Oramai voi sapete bene cosa significa per me "bellezza" in una corsa,
significa organizzazione perfetta, significa lunghezze "umane" (qua 11,2 km), significa salitone e conseguenti discesone (tradotto: tanta fatica), significa molti sentieri di sottobosco, significa paesaggi mozzafiato, tutte componenti presenti.

Lungo la strada vedi da lontano quella candida chiesetta, ti calamìta lassù in cima al colle, e inizi già ad immaginare la faticata che ti toccherà fare per raggiungerla, sopratutto se inizi a sudare copiosamente solo scendendo dall'auto.
Quando raggruppano le auto dentro ad immensi campi sorvegliati significa che molto difficilmente ritroverai brutte sorprese, BRAVI!
Area servizi ben accogliente e con molto personale; il percorso, praticamente senza incroci pericolosi e senza auto, non necessita di molti addetti che vengono così impegnati nei servizi e nei 3 ristori + quello finale.

Queste corse collinari rivelano anche un'utilità che rimane nascosta ai più: i sentieri vengono ripuliti dagli sterpi, sistemati nel fondo e protetti nei punti più esposti ed eventualmente pericolosi, cose che poi rimangono in eredità all'utilizzo più turistico.
Le continue sistemazioni hanno fatto in modo che il percorso sia stato leggermente modificato, ed allungato di 1 km, rispetto alle precedenti edizioni che avevo corso io, con l'aggiunta di un passaggio fra i vigneti di una fattoria e di un giro leggermente più largo per raggiungere la cima di quel colle da dove San Giorgio domina la fosca ... Paaadaaania (pronunciato alla Bossi).
Dopo la gran faticata per le salitone, che quest'anno ho fatto con molti più tratti al passo, al ristoro posto a fianco della chiesetta ho sostato qualche secondo in più a godermi il panorama, visto che anche gli occhi vogliono la loro parte, e non mi sono accontentato del solito bicchiere d'acqua, ma ho agguantato una bottigliona che ho quasi prosciugato.
E poi giù, in una picchiata dove inizialmente ho dato veramente quel tutto che poi mi ha tranciato le gambe nelle successive brevi rampette in salita, che non mi ricordavo ci fossero. All'8° km il sangue si è rifiutato drasticamente di continuare ad irrorare le gambe ed ha iniziato a pulsare dentro alle orecchie, cantandomi quel: "Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato ... scurdammoce 'o passato" che mi ha portato al traguardo con quasi 15' minuti in più rispetto alle volte scorse (ma oggi c'era anche quel kilometrino in +, ottima scusante dai!)

Dopo l'arrivo ressa al ristoro finale con classico pelo nell'uovo: il tavolo era piccolino per evitare code che comunque la solerzia degli addetti riduceva a tempi più che accettabili, comunque ben fornito di tutto, e con chicca "a latere" (in un tavolo dedicato) bicchierini di quel SORBETTO che ho eletto ad immagine della giornata, in sostanza gelato al limone disciolto, quindi veramente azzeccato per un dopocorsa estivo; in questo caso prodotto da una nota azienda locale come variante analcolica dello "sgroppino" che, con aggiunta di prosecco e vodka, noi veneti usiamo inframezzo ad abbondanti pasti per separare i sapori delle portate e cercare una miglior digestione.

A conclusione, come al solito, chi vuole vederci positività le trova sempre, rimane soddisfatto e trascorre lietamente la mattinata.

Mi scuso con quei lettori che durante la corsa, o subito dopo il traguardo, mi hanno riconosciuto e rivolto parola, oggi ero veramente distrutto dal mix di fatica e caldo.