10 maggio 2013

San Daniele

Sto allenandomi su sentieri sempre diversi, forcella San Daniele è stata il transito del lungo settimanale,
Prada San Daniele Prada.

La stanchezza per la durezza degli allenamenti, ed i sempre nuovi percorsi, mi portano ad una riflessione. Prima sull'asfalto il pericolo principale erano le automobili, adesso di pericoli ne incontro qualcuno in più. I terreni sconnessi, le zone impervie ed isolate, i cambiamenti meteo, i sentieri poco conosciuti, il rilassamento mentale di certi momenti con l'occhio che vuole sempre guardare in alto (e sicuramente dimentico qualcosa) sono fattori che possono diventare insidie.
Alle fine tutto viene ripagato da enormi soddisfazioni esclusivamente personali, però ... ho capito che devo alzare il livello di sicurezza.

Finora non ho avuto il minimo problema, mi ha colpito questo testo trovato in internet:
Ecco perché si dice che i trail richiedono esperienza. Non è solo una frase fatta. Siccome sono gare di gestione di sé, sapersi gestire, saper leggere le circostanze significa poter trovare nella propria memoria informazioni preziose. Informazioni che si depositano poco alla volta, se ci si approccia con pazienza ed umiltà alla montagna. E soprattutto con consapevolezza dei propri limiti. Oggi si fa fatica ad accettare di avere dei limiti: e spesso si oscilla tra il senso di onnipotenza e il sentirsi delle cacche. Mi sembra che la lezione di Bruno in queste pagine (fa riferimento ad un articolo in altre pagine della rivista che narra della rinuncia alla vetta dell'Everest da parte di Bruno Brunod durante il tentativo di record del 2005) insegni invece che salvare la propria vita passi proprio da questo: riuscire a capire perfettamente fin dove possiamo arrivare.
(di Piero Trabucchi, da http://www.pietrotrabucchi.it/content.asp?ID=90)

L'esperienza si fa piano piano, la crescita fisica deve accompagnarsi a quella mentale, ed aiuta qualche piccolo accorgimento.
Riecco il GPS che avevo messo da parte ad inizio ottobre; si era guastata la batteria, ho seguito i miei consigli e l'ho sostituita, e adesso rifunziona regolarmente. Ho cambiato le impostazioni che appaiono sullo schermo, prima automaticamente avevo "i tempi" (segna-kilometri, tempo parziale, velocità istantanea, ecc.) mentre adesso mi sono sufficienti l'ora del giorno, il tempo totale, e mi piace conoscere la quota s.l.m. a cui mi trovo (anche se so bene che questo dato Garmin è molto empirico). Ma la cosa più importante è stato studiarmi meglio la funzione "bussola", in modo da ritrovarla celermente in caso di smarrimento.
Poi alcuni acquisti: gambaletti lunghi e ghette per ripararmi da tutto quello che mi viene a "strisciare" le gambe, con la speranza diventino una barriera sufficiente anche per eventuali vipere.
Zainetto in spalla con dentro giubbino, acqua, cellulare e, visto che ci sono, anche macchinetta fotografica (che non c'entra nulla con la sicurezza ma è utile per documentarvi e per ... ricordare).

Ma sopratutto mi impongo di mantenere la concentrazione sempre alta in discesa e ... calma.
Saranno il trascorrere del tempo e la quantità/qualità delle uscite a formare l'esperienza.
Sono d'accordo che qualcosa può capitare anche ai più accorti, ma dai, guardiamo positivo.
Adesso una chicca che credo pochi conoscano, il patrono della città di Padova non è il più famoso Sant'Antonio, ma proprio San Daniele, e questa è Val di Prada vista da forcella San Daniele, farò richiesta perché diventi il protettore di chi corre in montagna (se non ce n'è già uno).