Pensieri in libertà (sarò cattivo, mi tolgo dei cerotti dalla bocca, anche se ritorno in parte su argomenti già trattati).
La corsa è veramente salutare?
SI e NO, dipende.
Qual'è il confine?
Sembrerebbe logico, la corsa è salutare fino a quel punto oltre il quale produce danni.
Diventa meno logico metterlo in pratica;
spesso, troppo spesso, la logica non fa parte dell'essere umano (altrimenti non compreremmo gli F35).
La corsa praticata in modo agonistico di danni ne produce SEMPRE, sistematicamente (come gli F35).
Un fisico sempre tirato, sempre sotto sforzo, va a finire che da qualche parte si rompe.
Il peggio arriva quando la rottura va a comprendere anche il cervello.
Essendo appassionato del nostro sport seguo quotidianamente molti siti internet, forum & co. ad esso dedicati; pura idiozia quando questa "salute" viene evidenziata, magari da personaggi fermi ai box perché ... rotti; o da pseudo "trainer" (magari incapaci di leggere e scrivere); oppure da personaggi che si sono rovinati "cerebralmente" andando a perdere amicizie e addirittura ... la propria famiglia; e c'è pure qualcuno che si ritrova in tutte e 3 le categorie.
Il problema non è la competitività domenicale, quel momento di esaltazione agonistica che ti piglia quando non vuoi farti superare dal tizio che ti affianca; ma quella MANIACALE, quella che fa fondere la testa sui "medi"; quella che distrugge tendini e articolazioni nella ricerca di ritmi sempre massimi; quella che fa assumere antiinfiammatori quando arriva la sofferenza durante una corsa lunga (ma chi te l'ha fatta fare?); quella che non fa apprezzare un Trail Autogestito; quella che fa partecipare a competizioni al venerdi sera, al sabato sera, alla domenica mattina, controllando i nomi dei partecipanti e bilanciando i rapporti fra costo dell'iscrizione / pacco gara / premio di podio; quella che alla fine fa smettere del tutto solo perché non si riesce più a mantenere "quel passo" o a raggiungere "quelle distanze".
Quindi la corsa "salutare" è quella praticata senza nessuna competitività, senza mire e mete?
Ci metto un punto di domanda.
Qualcuno potrebbe dire che se si toglie il "sale" allora diventa insipida, senza gusto.
Io credo che la maturazione di un'atleta si DEVE accompagnare a quella personale, dove GUSTI e qualità personali cambiano, e bisogna essere in grado di accettare e sintonizzarsi con questi cambiamenti.
Allora è salutare quando si varia il modo di praticarla? (ancora punto di domanda)
Parole, paroole, paarooole (cantava Mina), proprio mentre me ne sto andando lento lento e mi godo quanto ho attorno ... patapunfete ... inciampo e cado ferendomi un po' dappertutto ... ma questo almeno non è sistematico.
Poi magari punto ad una corsa particolare, difficile (non estrema eh!), e so che se voglio farla devo pur prepararla, ma la settimana prima dell'evento ecco che mi si blocca la schiena.
Cambiano i gusti? Così non sento rimorso se una volta nella colazione prima di un allenamento mangio un paio di ... Kirchtagskrapfen, so bene che il loro sapore mi rigoglierà in gola fino alla fine, e che non dovrò chiedere nulla di particolare a quell'allenamento.
O forse diventa salutare quando non ci si fanno seghe mentali ... quando ci si pongono meno domande ... quando si corre e basta? (ma anche questo diventa l'ennesimo punto di domanda)
Qualcuno ci riesce? Oppure il fatto di non porsi domande è più causato da un "vuoto interiore" piuttosto che dall'aver raggiunto un proprio equilibrio?
Io spero che nella mia vita continuerò sempre a pormi domande ... e ad accettare dialoghi.
Di sicuro "Correre per rimanere in salute" è uno slogan trabocchetto, specialmente quando viene usato per nascondere troppa povertà personale, per cercare d'ingannare qualcuno che forse, invece, ha già cambiato strade.
Parafrasando: La corsa deve essere un piacere, se ti fa del male ... che piacere è?
E non venitemi a parlare del solito "sano masochismo", è la solita balla che ci mettiamo (o ci mettono) in testa per autoconvincerci, menzogna destinata a porre fine alla meravigliosa avventura chiamata corsa.
Morale della favola? ... A TAVOLA!!!
Ah, cosa sono i Kirchtagskrapfen??
Dolci fritti ripieni di marmellate varie.
Eccoli! (la scritta non ve la traduco, ahahah)
La corsa è veramente salutare?
SI e NO, dipende.
Qual'è il confine?
Sembrerebbe logico, la corsa è salutare fino a quel punto oltre il quale produce danni.
Diventa meno logico metterlo in pratica;
spesso, troppo spesso, la logica non fa parte dell'essere umano (altrimenti non compreremmo gli F35).
La corsa praticata in modo agonistico di danni ne produce SEMPRE, sistematicamente (come gli F35).
Un fisico sempre tirato, sempre sotto sforzo, va a finire che da qualche parte si rompe.
Il peggio arriva quando la rottura va a comprendere anche il cervello.
Essendo appassionato del nostro sport seguo quotidianamente molti siti internet, forum & co. ad esso dedicati; pura idiozia quando questa "salute" viene evidenziata, magari da personaggi fermi ai box perché ... rotti; o da pseudo "trainer" (magari incapaci di leggere e scrivere); oppure da personaggi che si sono rovinati "cerebralmente" andando a perdere amicizie e addirittura ... la propria famiglia; e c'è pure qualcuno che si ritrova in tutte e 3 le categorie.
Il problema non è la competitività domenicale, quel momento di esaltazione agonistica che ti piglia quando non vuoi farti superare dal tizio che ti affianca; ma quella MANIACALE, quella che fa fondere la testa sui "medi"; quella che distrugge tendini e articolazioni nella ricerca di ritmi sempre massimi; quella che fa assumere antiinfiammatori quando arriva la sofferenza durante una corsa lunga (ma chi te l'ha fatta fare?); quella che non fa apprezzare un Trail Autogestito; quella che fa partecipare a competizioni al venerdi sera, al sabato sera, alla domenica mattina, controllando i nomi dei partecipanti e bilanciando i rapporti fra costo dell'iscrizione / pacco gara / premio di podio; quella che alla fine fa smettere del tutto solo perché non si riesce più a mantenere "quel passo" o a raggiungere "quelle distanze".
Quindi la corsa "salutare" è quella praticata senza nessuna competitività, senza mire e mete?
Ci metto un punto di domanda.
Qualcuno potrebbe dire che se si toglie il "sale" allora diventa insipida, senza gusto.
Io credo che la maturazione di un'atleta si DEVE accompagnare a quella personale, dove GUSTI e qualità personali cambiano, e bisogna essere in grado di accettare e sintonizzarsi con questi cambiamenti.
Allora è salutare quando si varia il modo di praticarla? (ancora punto di domanda)
Parole, paroole, paarooole (cantava Mina), proprio mentre me ne sto andando lento lento e mi godo quanto ho attorno ... patapunfete ... inciampo e cado ferendomi un po' dappertutto ... ma questo almeno non è sistematico.
Poi magari punto ad una corsa particolare, difficile (non estrema eh!), e so che se voglio farla devo pur prepararla, ma la settimana prima dell'evento ecco che mi si blocca la schiena.
Cambiano i gusti? Così non sento rimorso se una volta nella colazione prima di un allenamento mangio un paio di ... Kirchtagskrapfen, so bene che il loro sapore mi rigoglierà in gola fino alla fine, e che non dovrò chiedere nulla di particolare a quell'allenamento.
O forse diventa salutare quando non ci si fanno seghe mentali ... quando ci si pongono meno domande ... quando si corre e basta? (ma anche questo diventa l'ennesimo punto di domanda)
Qualcuno ci riesce? Oppure il fatto di non porsi domande è più causato da un "vuoto interiore" piuttosto che dall'aver raggiunto un proprio equilibrio?
Io spero che nella mia vita continuerò sempre a pormi domande ... e ad accettare dialoghi.
Di sicuro "Correre per rimanere in salute" è uno slogan trabocchetto, specialmente quando viene usato per nascondere troppa povertà personale, per cercare d'ingannare qualcuno che forse, invece, ha già cambiato strade.
Parafrasando: La corsa deve essere un piacere, se ti fa del male ... che piacere è?
E non venitemi a parlare del solito "sano masochismo", è la solita balla che ci mettiamo (o ci mettono) in testa per autoconvincerci, menzogna destinata a porre fine alla meravigliosa avventura chiamata corsa.
Morale della favola? ... A TAVOLA!!!
Ah, cosa sono i Kirchtagskrapfen??
Dolci fritti ripieni di marmellate varie.
Eccoli! (la scritta non ve la traduco, ahahah)