23 ottobre 2013

Riscaldamento prima di una corsa: cambiamenti

Da qualche tempo le mie gare ed i miei allenamenti non sono più tirati al massimo, "su di giri", anzi si collocano tutti nella fascia più bassa della mia "tabella delle velocità" (parole grandi, ahahah), ecco che trovo inutile fare un riscaldamento "tradizionale" che li preceda.
Però partendo da zero il corpo sente comunque il bisogno di una fase iniziale più blanda, che un po' è diventata il termometro della mia condizione.

Mi sono accorto che se alla partenza le gambe girano bene, se mi sento soddisfatto, e quasi quasi mi piglia un momento di """euforia agonistica""" (mooolto fra virgolette) sicuramente dopo una mezz'oretta arriva la stanchezza, arrivano le crisi sia fisica che mentale, dalle quali spesso faccio fatica a riprendermi, arrivando alla fine stanco ed insoddisfatto.

Se all'incontrario alla partenza provo un senso di stanchezza, di "gambe pesanti" che non vogliono saperne di girare, ecco che dopo una ventina di minuti il tutto inizia a ridimensionarsi, e dopo mezz'oretta (calcolata), quasi senza che me ne renda conto, le gambe iniziano a girare fluide, i pensieri spaziano su quanto mi circonda, i tempi al km leggermente migliorano, la fatica diventa meno pesante, provo un senso di divertimento, di piacere, e termino l'uscita soddisfatto (un po' quanto mi è accaduto domenica scorsa).

Mi sono reso conto che se rientro nella prima fase significa che sto attraversando un momento di condizione negativa, mentre la seconda mi accade quando sono dentro ad un buon periodo di condizione.

Invece parlando di defaticamento, al termine della corsa ultimamente mi godo meglio la parte dedicata alla muscolatura degli addominali, e di quanto c'è subito dietro :-).